lunedì 7 ottobre 2013

OBSIDIAN TONGUE - A Nest Of Ravens In The Throat Of Time


Informazioni
Gruppo: Obsidian Tongue
Titolo: A Nest Of Ravens In The Throat Of Time
Anno: 2013
Provenienza: U.S.A.
Etichetta: Hypnotic Dirge Records / Dissociation Records
Contatti: facebook.com/obsidiantongueband
Autore: Mourning

Tracklist
1. Brothers In The Stars
2. Black Hole In Human Form
3. My Hands Were Made To Hold The Wind
4. The Birth Of Tragedy
5. Individuation
6. A Nest Of Ravens In The Throat Of Time

DURATA: 52:08

Gli Obsidian Tongue si erano fatti conoscere nel 2010 con il demo "DemoTape"; successivamente avevano proposto il primo album intitolato "Volume I: Subradiant Architecture" uscito nel 2012 e che aveva ricevuto dei buoni riscontri sia da parte degli ascoltatori che dalla critica. In questo 2013 rientrano invece in scena con il secondo disco supportato dalla collaborazione fra l'etichetta canadese Hypnotic Dirge Records e la Dissociation Records. Com'è "A Nest Of Ravens In The Throat Of Time"? Nel maggio scorso Brendan l'aveva presentato così:

We took a slower and less aggressive, spacey kind of approach with the new album. We wanted to conjure a hypnotic atmosphere that perpetuates through the record, yet we wanted to cover a lot of ground within that atmosphere, conceptually and emotionally. We infused a lot of very personal ideas and feelings into these songs, almost too much to list. I'’s almost unnecessary to list... all I can really tell people is, "A Nest Of Ravens In The Throat Of Time" is our lifeblood, our mission statement, and really the only thing we give a fuck about right now.

Per quel che mi riguarda siamo dinanzi al compimento di un netto passo in avanti, in quanto il lavoro del duo (l'altro membro è il batterista Greg Murphy), pur facendo trasparire un legame sonoro ed emotivo che lo collega a realtà quali Wolves In The Throne Room, Alda, Agalloch e Ash Borer, sembra aver trovato un equilibrio sia ritmico che atmosferico in grado di fornire ai brani quella qualità tale da permettere loro una presenza ripetuta all'interno del lettore cd. Le sei canzoni contenute in questa seconda fatica degli statunitensi mostrano una diversificazione del sound che — oltre a spingersi classicamente in territorio black-atmosferico — ha nelle sue fasi maggiormente dilatate, dal respiro quasi doom psichedelico, un'ottima variante: si veda a esempio la prima traccia "Brother In The Stars", canzone nella quale la voce pulita è accompagnata dalla chitarra dotata di un suono "galleggiante".

Il cantato pulito si rivela essere una gradevole arma da utilizzare e si presta ad arricchire ripetutamente la prova degli Obsiadian Tongue, elevando il valore, di per sé alto, di episodi quali la cupa e malinconica "The Birth Of Tragedy" (segnata da una seconda parte in cui affiorano venature acustiche), la dinamica "Individuation" e la poetica "A Nest Of Ravens In The Throat Of Time" (dove partecipa John Haughm degli Agalloch).

L'album in fin dei conti non inventa nulla, ma grazie ad alcuni elementi dalle sensazioni al limite con il post-rock e allo stabile confluire di diverse sensazioni mantiene costantemente viva l'attenzione: in questo la formazione è stata brava, avendo confezionato cinquanta minuti di musica intensa e introspettiva, pronta a far andare in brodo di giuggiole i seguaci di questo specifico panorama. In caso lo foste, non vi rimane quindi che segnarvi il titolo ed entrarne in possesso, in una collezione già ricca farebbe comunque la sua "sporca" figura.

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