lunedì 14 gennaio 2013

OMNIHILITY - Biogenesis


Informazioni
Gruppo: Omnihility
Titolo: Biogenesis
Anno: 2012
Provenienza: U.S.A.
Etichetta: Butchered Records / Sevared Records
Contatti: facebook.com/pages/Omnihility/226909030653774
Autore: Mourning

Tracklist
1. Biogenesis
2. Unsummoned
3. Torturous Insemination
4. Self Inflicted Rapture
5. Abcess Of Oblivion
6. Religion The Plague
7. Epoch Unending
8. Fractal Disinegration
9. Fate Beyond
10. Remnant 2012

DURATA: 45:23

Gli Omnihility sono una creatura brutalmente tecnica proveniente da Eugene in Oregon, la formazione composta da John Kurzejeski (voce), Dan "The Impaler" Rabago (chitarra), Jeremy Leishman (basso) e Armen Koroghliam (batteria), con quest'ultimo non più parte della band sostituito da Fred Tucker ma presente nel debutto, ha dato vita alla sua prima prova nel 2012.
Il disco intitolato "Biogenesis" è una mazzata che si rifà alla scuola sonora degli Origin e non disdegna sguardi al passato di gente come i Suffocation.
Il riffing è vorticoso, in alcune circostanze particolarmente spesso o oscuro, mentre in altre si apre inaspettatamente aumentando notevolmente lo stato d'enfasi interna ai brani, è uno scervellarsi che però non si nutre univocamente di elucubrazioni chitarristiche, lascia spazio alla violenza dura e pura fatta di hyperblastati, di cambi di tempo terremotanti e di una presenza vocale minacciosa che si coniuga con dedizione al lavoro di percussione dei compagni di squadra.
Il platter è una stilettata gelida, la sensazione di freddo che avvolge le tracce sembra perdurante. Le esposizioni violente insite in "Unsummoned" e "Self Inflicted Rapture", la malevolenza sprigionata da "Fractal Disintegration" e l'inatteso finale che vede Dan prodigarsi in una versione acustica scura e suadente in "Remnant 2012" sono parte di un processo in cui si inanellano dieci esecuzioni di alto livello, nelle quali la preparazione tecnica della band si pone a servizio, o per meglio dire diviene il tramite naturale, del carattere prestante ma ragionato in possesso degli Omnihility.
Sì, è vero, alle volte sembra proprio d'avere a che fare con passaggi e giri appartenenti alle realtà citate in cima al testo, è inevitabile cche quei grandi nomi abbiano un'influenza su chi è arrivato dopo, tuttavia "Biogenesis", al contrario di quanto accade con moltissimi album dello stesso tipo, riesce a mantenere intatta una sua identità, derivativa senza ombra di dubbio ma non costantemente incatenata.
Questo avviene grazie all'ottima prova fornita dal complesso strumentale, con Rabago in grande spolvero e con la prestazione di John dietro al microfono che non sfigurerebbe di certo se accostata a quella di growler rodatissimi della scena brutal/technical.
Cosa non mi è andato giù invece? La produzione non mi fa impazzire, da un lato si dimostra coerente con l'aspetto glaciale volutamente offerto dalla musica mantenendo fredda e scostante l'atmosfera, dall'altro un pizzico di brillantezza in più avrebbe reso ancor più giustizia al buonissimo debutto di questi americani, è un dettaglio, probabilmente soggettivissimo, che però mi sento di dover citare.
Un inizio di carriera che promette bene quello degli Omnihility e il supporto combinato della Butchered e della Sevared Records è lo step adatto per far sì che il nome abbia una distribuzione quantomeno degna in attesa di un salto di qualità, e sono sicuro che le carte in regola per farlo ci siano, che li potrebbe catapultare in roster di dimensione "big", avrei un po' di paura se si trattasse della Nuclear Blast ma sarebbe comunque una fortuna per i ragazzi.
Amate brutalità e tecnica? La band fa decisamente al caso vostro e un ascolto a "Biogenesis" dovreste proprio darlo.

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