lunedì 19 marzo 2012

MAERORMID - Abissi


Informazioni
Gruppo: Maerormid
Titolo: Abissi
Anno: 2011
Provenienza: Italia
Etichetta: The Unlimited Records
Contatti: facebook.com/maerormid - maerormid.wordpress.com
Autore: Cupra

Tracklist
1. Fig.01
2. Fig.02
3. Fig.03
4. Fig.04
5. Fig.05
6. Fig.06
7. Fig.07
8. Fig.08

DURATA: 55:00

È passato solo un anno dall'ultimo Ep omonimo, eppure sono cambiate tante cose in casa Maerormid. Rispetto ai precedenti lavori, d'estrazione Dark Ambient, con "Abissi" vi è una svolta nel sound della one man band umbra.
Parliamoci chiaro, come in passato il sound trasmette sensazioni decadenti e oscure ma è cambiato il modo di esprimerle. Definire la proposta "Avant-garde metal" è quasi riduttivo in quanto Maerormid ci propone sonorità caleidoscopiche e visionarie nelle quali a farla da padrone è la sperimentazione, senza per questo intaccare l'espressività e l'emotività della musica.
Basta ascoltare l'intro (arricchito dalla presenza di Laurence Cocchiara al violino) in cui si toccano i lidi della psichedelia; oppure le chitarre abrasive e dissonanti di "Fig. 01", espressione di un'angoscia insaziabile. Aggiungetevi linee vocali surreali ed enigmatiche che si alternano ad uno scream feroce da far sanguinare le orecchie, come in "Fig. 02", pezzo oscuro e conturbante che si muove su mid tempos incalzanti. Vi renderete conto di come sia impossibile dare una definizione precisa alle movenze sonore di "Abissi" che mostra un'anima più aggressiva nella parte finale di "Fig. 03" in cui siamo in balìa di un blast beat ossessivo, dopo una prima caratterizzata da tempi dilatati e atmosfere deliranti che mi ricordano i Ved Buens Ende...
Un’aura spettrale e notturna avvolge "Fig. 04", dalle chitarre lancinanti e ipnotiche che disegnano drappeggi lugubri e sinistri che avvolgono in un oblio senza fine; così come nella traccia successiva dove si instaura una "dialettica" carica di pathos tra i patterns taglienti, cinerei e densi e l’ultima parte in cui i riffs assumono contorni onirici e riverberi malinconici.
Le infiltrazioni Dark Ambient tornano a farsi sentire nell’intro di "Fig. 06", così striscianti e morbose da rimandare vagamente a pezzi come "Dead City Centres" degli Ulver, e in "Fig. 08" anche se con un lato più arcano e imperturbabile. I tempi sono dilatati e scanditi da riffs laceranti e plumbei ai limiti del Funeral Doom: ogni barlume di luce viene divorato dalla follia e da un'inestinguibile inquietudine.
"Abissi" è un lavoro introspettivo che esplora le sfaccettature delle emozioni più contorte con un eclettismo di sonorità davvero ben riuscito: non ci sono intermezzi che appaiano slegati o fuori contesto. Un lavoro che necessita e merita numerosi ascolti per coglierne le diverse dimensioni di cui è costituito e che sarà apprezzato dagli estimatori delle sonorità Avantgarde e dell’Experimental non fine a se stesso.

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