lunedì 12 dicembre 2011

UNSCRIPTURAL - Oblivion


Informazioni
Gruppo: Unscriptural
Titolo: Oblivion
Anno: 2011
Provenienza: Italia
Etichetta: Autoprodotto
Contatti: facebook.com/Unscriptural - myspace.com/unscriptural
Autore: Akh

Tracklist
1. Pact With Satan
2. Blood
3. Werewolf
4. The Ritual
5. Unscriptural

DURATA: 31:02

I nostrani Unscriptural potrebbero incominciare a vedersi etichettati come band "storica" in quanto è dall’inizio del 1990e.v. che decisero di muoversi nel mondo del metallo pesante; e ci tengono aggiornati dei loro passi con questo nuovo mini dal titolo di "Oblivion".

I calabresi hanno reclutato Francesco Messina dietro al microfono tornando ad avere una line up stabile pronta a salire sui palchi di tutta Italia per portare il Death/Black di cui sono alfieri; ma giungiamo alla nuova pubblicazione. Mi ritrovo fra le mani cinque brani dal sapore vario, sicuramente ben elaborato che sa spaziare ben oltre i generi inserendo nella propria proposta Death, Black (di stampo sinfonico), e piu’ di un riferimento Thrashy e classicamente H.M., una spolverata di Horror metal come in "The Ritual" e piccoli stacchi dal sapore Doom; il tutto in maniera omogenea e assolutamente naturale, con una spigliatezza non indifferente.
Di primo acchito nell’ascoltare "Pact With Satan" e "Unscriptural" mi sono venuti in mente i Soulgrind (senza averne la componente melanconica, ma mostrando tutte le altre qualità del combo fiorentino), per la capacità di intrecciare chitarre, growl, tastiere, in affreschi variegati ed eleganti in cui poter dar sfogo alla creatività in maniera libera e convincente.

Buonissima la prestazione della sezione ritmica, che sa donare spessore e dinamica in tutti i frangenti affrontati, manifestando una prestazione tecnica degna di nota per il feelings intessuto ed interessanti le divagazioni di basso (suonato da Tato, già con Glacial Fear e Schizo, giusto per capire la qualità dello strumentista) quando lasciano le armonizzazioni e le accoppiature della chitarre; ottima pure la produzione curata ai rinomati Sound Farm Studio, che dona cristallinità e potenza a tutta la strumentazione, creando veramente una buona alchimia fra gli strumenti, ben bilanciati fra di loro.

Francesco riesce a modulare molto abilmente le proprie timbriche passando da un growl medio a tonalita più alte, fino a giungere a propri e veri screams, non male davvero per un novizio, che spesso mi ha ricordato una miscela timbrica fra il cantante degli sconosciuti fiorentini Immortal Brain e Michele Nocentini; forse migliorabile l’estensione nei growl più lunghi, la prova è comunque altamente carica di pathos e farcita da camei interpretativi notevoli come ben evidenzia "Werewolf" che mi riportano alla mente i migliori Moonspell di "Wolfheart" (in particolare citerei "Vampiria"), ma dotati di maggior impatto soprattutto nei breaks stoppati a metà brano.

Qua e là giungono intermezzi di voce femminile (retaggio probabilmente della vecchia formazione) che in alcuni frangenti si fanno associare a certe cose degli svedesi Lord Belial (epoca "The Unholy Crusade"), che creano un contrasto collaudato con le chitarre rocciose di Giuseppe; le tastiere generalmente si affidano a soluzioni classiche per il genere impreziosendo con arabeschi ma soprattutto accompagnado il mood generale con tappeti, anche se ci sono piccole parti lead o l’introduzione della lunga "Unscriptural" che sanno farsi ben valere, uscendo fuori da certe impostazioni ed accennando altre atmosfere.

Come dicevamo in apertura il sapore di questo lavoro è policromatico seppur in linea con la proposta sinfonica del genere, si percepiscono fin da subito sia l’attenzione per i dettagli che la voglia di spaziare su tutte le influenze che si sono raccolte in una vita di ascolti metallici per metterle a disposizione dei propri canovacci artistici creando composizioni melodicamente intriganti ed elaborate, un microcosmo da sviluppare e coltivare con la passione e devozione che solamente dei "ragazzini terribili" in campo da più di quattro lustri possono avere. Un lavoro dagli aloni a tratti tetri ed orrorifici che si ampliano a sorreggere fantasia e capacità, in definitiva: Emozioni non scritte.

Una chance gli Unscriptural se la sono davvero meritata, se amate composizioni dure ma ariose, se il mondo del sinfonico è la vostra via astrale e se volete ascoltare cinque brani davvero ben fatti ed eseguiti, mollate gli ormeggi ed affidatevi a loro.
Il fatto poi che mettano questo lavoro in condivisione gratuita dovrebbe farveli amare ulteriormente (download), gruppo da supportare senza dubbio.

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