lunedì 8 agosto 2011

VOID - Void


Informazioni
Gruppo: Void
Titolo: Void
Anno: 2011
Provenienza: Regno Unito
Etichetta: Duplicate Records / Vendlus
Contatti: www.myspace.com/posthumansynthetics
Autore: Mourning

Tracklist
1. Cicatrix
2. Alligator X-Ray
3. Ego Tranquilizer
4. Where Red Limbs Stir
5. Cypher
6. Feral
7. Exempt
8. Spectre
9. Babylon

DURATA: 35:36

C'hanno fatto attendere ben otto anni ma son tornati, i Void, il gruppo inglese di OCD si ripropone sulla scena con il comeback, dopo il buon "Posthuman", intitolato in maniera omonima.
La formazione nel tempo ha visto vari stravolgimenti in line-up della quale adesso fanno parte anche Archibald (basso e tastiere) e Burwood (batteria) e che vedeva dietro al microfono Ben Lowe venuto ahimè a mancare.
Ripartono da dove li avevamo lasciati, il post/black metal o se volete industrial black ha acquisito una maggiore fisicità, l'uso infatti di un drumming umano offre un sound meno freddo e spietato avvicinando ancor più lo stile a quello dei compagni di "merenda" Code, DHG, Virus e per quanto la produzione sia meno netta e incisiva rispetto al passato (sembra una forma demo ben prodotta) il marchio di fabbrica dei Void composto dal riffing dissonante, la struttura delle canzoni irregolari e i cambi di voce repentini (scream black, growl e pulito) sono stati confermati in toto.
Il passato echeggia e lo fa con importanza, è impossibile non notare l'intrusione voluta di una "Cypher" già protagonista in "Posthuman" e di due tracce riprese dal "Demo#1" (2001), "Alligator X-Ray" e "Ego Tranquilizer", a cui viene fornita linfa vitale nuova, la musica mantiene viva il groove, gioca con le sperimentazioni, si diverte a impennare improvvisamente con il blastato come avviene oltre che nella già citata "Ego Tranquilizer" anche in "Babylon", permettendosi sprazzi di classe con gli inserti d'archi e piano riscontrabili in "Feral" e "Spectre", trovando infine il modo di far filtrare un evocativo malsano nelle fasi ad allentare di una piacevole "Exempt".
Siamo di fronte a una creatura cosciente delle proprie potenzialità, che è andata avanti superando vari ostacoli e che con "Void" conferma quanto il songwriting possegga caratteristiche, sia per qualità che feeling trasmesso, capaci di accattivarsi l'ascoltatore. Qual è allora il problema di quest'album?
Risiede giusto nella produzione, se come accennato in antecedenza fosse una demo probabilmente ci si potrebbe anche passar su, in attesa di una riprova su lungo termine, essendo il secondo lavoro di una formazione che oltretutto stimo non poco, mi sento di dire che viene penalizzata da volumi che non offrono occasione al basso di crearsi una corretta dimensione interna al complesso strumentale e da un suono di chitarra che palesa improvvisi appiattimenti, vedasi "Feral".
Sarò buonista, sarò forse di parte, ritengo però che dopo otto anni rilanciarsi non sia per nulla semplice e i tanti rientri dell'ultimo periodo ci hanno dimostrato che spesso lunghe pause fanno dare alla luce aborti sonori di portata cosmica, non è questo il caso, "Void" e i Void per nostra fortuna hanno ancora più che qualcosa da dire e condividere.
Se in passato come me avete apprezzato il debutto divorandolo, non credo proprio che questo secondo capitolo possa provocarvi l'orticaria bensì accoglietelo come un rigettare le basi per un futuro che auguro loro prosegua in un crescendo di soddisfazioni.

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