lunedì 11 luglio 2011

METHADOL - Anger In Me


Informazioni
Gruppo: Methadol
Anno: 2010
Etichetta: Sliptrick
Contatti: www.myspace.com/methadol
Autore: Mourning

Tracklist
1. No More Words
2. Haze Of Hell
3. Don't You Think It's Enough
4. Don't Let Me Down
5. Better Off Dead
6. Don't Tell Me Lies
7. Prophecy
8. The Mirror
9. Redemption
10. The March

DURATA: 47:30

La passione batte decisamente il risultato ottenuto, è questo ciò che ho pensato ascoltando "Anger In Me" dei Methadol.
La band transalpina dopo aver pubblicato un ep omonimo nel 2007 rilascia il suo debutto contenente dieci tracce di hard'n'heavy che basa il suo esistere e sviluppo sui clichè ormai stranoti dell'epoca Ottanta e Novanta, non che sia questo il problema, ne escono a caterve di album revivalisti, le magagne nascono dal fatto che nei Methadol la quadratura del cerchio ancora non è riscontrabile.
Il gruppo guidato dalla cantante Manu Dal-Grande (in passato anche chitarrista e tuttora compositrice e curatrice dell'aspetto grafico del disco) è ancorato a schemi e soluzioni che risultano sì genuine e votate all'istintività primorde del genere, producendosi in richiami che fanno balzare all'orecchio note simil Maiden, Great White o i primi Bon Jovi, ma che al contempo si mostrano ingenue, carenti di un'organizzazione sia dal punto di vista degli arrangiamenti, sia da quello che dovrebbe essere lo sfogo finale, la voce.
Le linee eseguite da Manu sono spesso imperfette, al limite con la stonatura e pur riuscendo in certi fraseggi a rientrare in gioco e inserendo un po' di grinta per ciò che prospetterebbe un cambio di marcia, purtroppo quest'ultimo non arriva, stesso discorso vale per una fase corale sicuramente più utile dal vivo, a questo grande limite si somma la produzione, sporca, con un sound retrò non brutto ma che palesa una non perfetta equalizzazione.
Non è comunque tutto da buttare, il lavoro delle due asce è più che dignitoso nell'orchestrazione della ritmica e piacevole nelle fughe solistiche, un paio di pezzi riescono a farsi ascoltare non rappresentando uno scoglio insormontabile per l'orecchio ("Don't Let Me Down", "Better Off Dead" e "Prophecy") ma è poco, sono sicuramente gli spunti migliori da tenere in considerazione per ripartire di slancio.
Pur non distaccandosi dall'ortodosso credo musicale che hanno deciso di osservare, i Methadol possono e devono concentrare meglio i propri sforzi, la voglia e la dedizione con cui riversano le forze per dar vita alle tracce non è giusto vada sprecata o minimizzata per errori che possono essere corretti e sfruttati per apprendere al meglio quale sia la strada da seguire e i propri limiti, fatta questa breve analisi, mettersi al lavoro sul successore di "Anger In Me" con rinnovato vigore e una mira che punta più in alto li aiuterà ad andare oltre ciò che si è ottenuto sinora.

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