lunedì 4 luglio 2011

JARMAN - The Saint

Informazioni
Gruppo: Jarman
Anno: 2010
Etichetta: BlackRock Records
Contatti: www.myspace.com/jarmanband
Autore: Fedaykin

Tracklist
1. Kubrick In September
2. The Saint Who Taught Mussels Being Wiser
3. Bioluminescence Of The Deep Sea Creatures
4. The Scene Of Exclusion & The Obscene Of Inclusion

DURATA: 22:38

In attività dal 2009, i Jarman, realtà post-rock capitolina che vede tra i suoi componenti ex-membri di varie band hardcore romane, forti del reclutamento della bassista Alessia danno alle stampe il loro primo EP "The Saint" intorno alla fine del 2010. Il gruppo, ispirandosi a realtà come i Motorpsycho, Van Pelt, Pelican e Mogwai, ha come obiettivo quello di affiancare alla sua musica strumentale una vasta gamma di messaggi e richiami artistici a cinema, pittura e narrativa: il monicker stesso deriva da Derek Jarman, poliedrico regista inglese autore di vari film, cortometraggi e video musicali, e la prima impressione che si avrà una volta in possesso di "The Saint", nell’osservare il dipinto di Luca Zaratini che ne decora la copertina e nel leggere i vari evidenti riferimenti nei titoli delle tracce, sarà proprio quella di avere tra le mani un lavoro ricco di stile e di ricerca, impressione che, come vedremo, non sarà affatto smentita una volta che il cd sarà inserito nel lettore.

L’EP nasce con l’intento di narrare con la sola musica la leggenda che prende il nome di "Crociata Dei Fanciulli", che vede coinvolto Santo Stefano; quattro mini-opere di post rock estremamente ambientale qui danno forma ad una serie di immagini differenti, apprezzabili indifferentemente dalla conoscenza o meno della storia in questione, ma che forse è interessante inserire nel loro contesto. Il quartetto romano dimostra di aver fatto proprio con enorme talento l’approccio stilistico che ha reso famose alcune delle band a cui dice di ispirarsi: la sua proposta riesce ad essere efficace, e soprattutto, i Jarman dimostrano di saper scrivere musica essenziale, a tratti quasi minimalista, ma di saper essere diretti e semplici al punto giusto anche nei frequenti momenti in cui le composizioni diventano più frammentarie e intricate. L’ascoltatore, insomma, si troverà sempre coinvolto, non dovrà fare alcuna fatica per seguire il disco, e anzi, i ventidue (diciotto effettivi) minuti di durata vanno giù in modo assai piacevole. E questa è probabilmente la vittoria più importante del gruppo, che riesce a centrare il difficile obiettivo di saper essere perfettamente comunicativi in un contesto privo di testualità: nonostante le soluzioni strumentali non siano eccessivamente varie, l’EP è strutturato in modo tale da creare atmosfere molto differenziate tra loro, in grado di trasportare la mente attraverso la narrazione virtuale degli eventi a cui il disco è ispirato. Dalle melodie più lineari e ridondanti di "Kubrick In September" alla complessità intrinseca di un pezzo più completo come "Bioluminescence Of The Deep Sea Creatures", i Jarman hanno insomma saputo partire con il piede giusto, abbattendo la barriera esclusivamente musicale e dimostrando di avere la sensibilità artistica con cui questo tipo di post-rock dovrebbe essere affrontato: c’è da dire che, per il momento, essi si attengono alle proprie influenze in modo piuttosto derivativo, ma è anche vero che, a mio avviso, la personalità è qualcosa che si sviluppa col tempo, e la tecnica individuale dei componenti, che possono contare su una grande alchimia sia in studio che in sede live, e la loro spontaneità compositiva sicuramente li pongono sullo stesso livello di molte realtà d’oltre confine.

Per il momento, insomma, era necessario saper dar luce ad un prodotto che fosse pienamente convincente e che dimostrasse la capacità della band, e i Jarman ci sono riusciti. Il tempo ci dirà se essi saranno in grado di rendere altrettanto interessante un disco più lungo e se sapranno dare alla propria musica una forma un pelo più personale; per ora, godiamoci questo EP, ascoltabile gratuitamente in giro per la rete, e aspettiamo.

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