lunedì 4 luglio 2011

BARBARIAN PROPHECIES - Condemned Land... Let The War Begins


Informazioni
Gruppo: Barbarian Prophecies
Anno: 2009
Etichetta: Ralm
Contatti: www.myspace.com/barbarianprophecies
Autore: Mourning

Tracklist
1. Your Death Will Be My Life
2. Circle Of Death
3. Condemned Land
4. Fathers From The Stars
5. Return Of The Undead
6. Aapep, The Serpent Of The Abyss
7. Neverending Winter (bonus track)

DURATA: 31:41

La Spagna è una delle nazioni mediterranee da sempre fra le più attive in ambito metal, è dalla regione della Galizia che giunge a noi il monicker Barbarian Prophecies.
La formazione attiva dai primi anni post Duemila si è presentata ufficialmente con il debutto "Condemned Land... The War Begins" un misto di black/death metal veloce, caotico e che non esula dallo sviscerare piacevolmente influenze di matrice thrash.
Il sound dei galiziani è ferale, scomposto, il songwriting ha una struttura non del tutto lineare che evidenzia un provare a distaccarsi dalla composizione schematica in voga nell'ultimo quinquennio che ha portato a galla un numero di band similari esagerato (pensate alla scena polacca e a quanto si assomiglino certi fratelli "di sangue").
Un buon numero di idee valide, un riffato che macera incattivito, il drumming capace di innestare sia una discreta qualità in ambito dinamico che in fase di pura energia e potenza e un alternare bastardo di soluzioni death che si anneriscono sino a oltrepassare per brevi istanti il valico che conduce al black fanno di "Condemned Land... The War Begins", una discreta prestazione d'apertura.
Certo la produzione è ruvida ma i suoni genuini che ne fuoriescono non dispiaceranno a chi apprezza il metal crudo e martellante.
Il platter offre la possibilità agli ascoltatori di accedere anche al materiale passato della band, la sezione multimediale infatti oltre le notizie riguardanti biografia e discografia, vede al suo interno una dedicata agli mp3 dei lavori precedenti, il demo "Conquerors Of The Wolfthrone" (2003) e l'ep "War is Imminent", avrete così un quadro più completo dell'evoluzione che hanno messo in atto dallo step iniziale sino al momento dell'uscita di questo debut.
L'underground continua a muoversi, probabilmente sono lontani dal creare un "masterpiece", possiedono però personalità, ci mettono del proprio e se dovessero continuare su questa strada chissà che non trovino quella che li conduca a una consacrazione guadagnata con la gavetta, è così che dovrebbero prendere forma i grandi act.
Non ci resta che attendere.

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