lunedì 14 marzo 2011

EHNAHRE - Taming The Cannibals


Informazioni
Gruppo: Ehnahre
Anno: 2010
Etichetta: Crucial Blast
Contatti: www.ehnahre.net
Autore: Mourning

Tracklist
1. The Clatterbones
2. Foehn (Lullaby)
3. Animals
4. Birth-Dues
5. Revelation And Decline
6. Birth

DURATA: 35:24

Gli Ehnahre rientrano di diritto nella categoria di band che ami o non riuscirai mai a digerire. I ragazzi suonano quello che si può definire un doom di stampo drone/noise/avantgarde carico di ridondanze, variazioni inaspettate e un songwriting al di fuori della composizione canonica, la musica infatti più che costruire tende a decostruirsi come un getto d'acqua di grande portata che incontra un ostacolo e venendo respinto schizza in maniera imprecisata di qua e di là.
I trentacinque minuti racchiusi nella terza release "Taming The Cannibals" di questo trio formato da Ryan McGuire (basso, voce, percussioni) e John Carchia (chitarra, voce) ex dei Kayo Dot e Ricardo Donoso (batteria) sono disturbanti, alienanti e difficilmente assimilabili anche dopo svariati ascolti, andando oltre alla forma sonora, gli stessi testi ispirati dalla poetica fra gli altri di Georg Trakl e Walt Whitman hanno bisogno d'esser seguiti con lo scritto davanti gli occhi visto che è complicato interpretare le liriche attraverso una prestazione canora il più delle volte truce e sguaiata che aumenta ancor più il sentore malsano che attraversa le tracce.
Le canzoni sembrano rappresentare un percorso casuale, ognuna è a sè stante, vira e si trasforma assecondando l'umore del momento e scollegandosi da un quadro "generale" che esiste solo perché stiamo parlando di un album, potrebbero essere tutte dei singoli dato che le caratteristiche provano, riuscendoci in parte, a mostrare una natura avanguardista che lotta muovendosi con scelte random al pari di un uomo che cerca di prendere a pugni l'aria.
Interessanti gli intermezzi vocali puliti e cantilenanti di "Foehn (Lullaby)", le sezioni tendenti al doom/death di "Birth-Dues" e gli echi di voce che assaltano una "Animals", c'è tanto da scoprire e apprezzare se si ha però il buon senso di non scartare a priori un disco simile perché lo si ritiene sconclusionato.
Ovviamente gli Ehnahre sono consigliabili esclusivamente a una precisa fascia di ascoltatori, coloro che amano la devastazione e le stravaganze e quelli che amano farsi colpire all'udito da note pennellate senza un senso (ma che poi al fine del quadro istintivo ed emozionale il senso lo possiedono eccome).
Non v'inviterà a farsi mettere nel vostro lettore, è una sfida "Taming The Cannibals", non sottovalutatelo e se avete davvero bisogno di avanguardismo e un pizzico d'originalità che non guasta dovreste almeno tentare di connettervi sulle sue frequenze e chissà che il messaggio non arrivi a destinazione.

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