lunedì 13 dicembre 2010

HELLBEARD - Scarecrow


Informazioni
Gruppo: Hellbeard
Anno: 2010
Etichetta: Autoprodotto
Contatti: www.myspace.com/hellbeardband
Autore: Mourning

Tracklist
1. Locomotive
2. Inblackend
3. Scarecrow
4. Richmond
5. Calloused
6. Devil Nest
7. Southern Love
8. Exodus
9. Ember

DURATA: 47:04

Sono californiani gli Hellbeard, non ho molte notizie su di loro ma girando sul myspace mi sono imbattuto nel loro player e quello che ho ascoltato mi è piaciuto. Senza pensarci neanche troppo li ho contattati e in questi giorni mi è arrivato "Scarecrow", album autoprodotto che mi ha dato belle e corpose sensazioni.
Spaccano seppur siano derivativi i ragazzi, non si può negare che formazioni quali Neurosis, EyeHateGod e Godflesh li abbiano influenzati nel plasmare un sound che s'immerge in un mare fatto di confluenze sonore scure che si alterano e ricompongono assecondando l'umore dei brani.
Si possono incontrare solchi abissali in pieno stile sludge, divagazioni ambientalistico tribali, atmosfere dense dal gusto spudoratamente post con contorni di sperimentazione che rendono meno "impostato" un suono che vibra costantemente sotto i colpi di un'anima che si presenta inquieta e tormentata nell'esporsi.
Sembra una spiegazione complicata e allucinata, può darsi, l'enigma si scioglierà quando i pezzi mandati on air (magari a un volume bello alto) vi si schianteranno contro.
"Inblackend" con le sue dinamiche in repentina evoluzione e "Southern Love" un monolite opaco, pressante, maligno e fottutamente diretto sono le botte che inizieranno a stordire i nostri sensi facendoci inoltrare attraverso un sentiero che pur non rappresentando per gli aficionados del genere nulla di nuovo ha tanti buoni frutti da far assaggiare.
Lungo il percorso infatti ci s'imbatterà in altri episodi succosi come la titletrack degna rappresentante del filone post hardcore atmosferico, l'inaspettata calma di una melancolico/agonizzante "Calloused" che si incendia sul finire e la predilezione per una colonna portante ritualistica con quell'uso di tom quasi ciclico in più frangenti all'interno di una "Devil Nest" che attireranno non poco la vostra attenzione.
Suonato e prodotto davvero bene, il disco racchiuso in un semplice digipak dove il grigio e il nero imperano.
Gli Hellbeard fanno intendere d'avere sì ancora strada da fare come tanti del resto, ma che scrollatisi di dosso il fardello di una dipendenza ancora logica dai clichè dello stile potranno dire la loro facendo la voce grossa.
Non rimarrei sorpreso se qualche etichetta dall'occhio un po' più sveglio puntasse su questa band dando in primis a "Scarecrow", piacevole e vario al punto giusto, una distribuzione più adatta, teneteli a mente prossimamente ne sentiremo parlare.

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