lunedì 6 settembre 2010

JUMALHAMARA - Resignaatio


Informazioni
Gruppo: Jumalhämärä
Anno: 2010
Etichetta: Ahdistuksen Aihio Productions
Contatti: non disponibili
Autore: ticino1

Tracklist
1. Ecstasy In Blood - A Ballad
2. Storm Is Coming
3. Haul
4. 596
5. Resignaatio
6. Of Enlightenment And Righteousness Pt II

DURATA: 40:44

Resignaatio è un termine norvegese che nella lingua dantesca significa rassegnazione. Alcuni di voi, forse, lo avranno capito di primo acchito.

I temi lirici del gruppo sono l'Illuminismo e la rettitudine. Cosa si nasconde dietro a questi termini enigmatici? Non mi resta altro che ricercare un poco, per svelare il mistero. L'Illuminismo è parte dell'istruzione scolastica basilare e non deve essere presentato particolarmente a fondo. Desidero comunque rinfrescarvi un poco la memoria, ricordandovi che si tratta di un periodo nella storia filosofica occidentale che è datato XVIII secolo.

Passando alla rettitudine... qui ho sofferto di più. Questo termine è fondamentale per la Bibbia ebraica e rappresenta un attributo divino. Il concetto è anche applicato parlando delle azioni di una persona che si comporta in modo da compiacere Dio. Diremo in italiano appunto, che una tale persona è retta.

L'inizio del disco, curioso, lascia credere all'ascoltatore di trovarsi davanti a una registrazione di qualità minimale e incisa su quattro piste in sala prova. Dopo il primo scetticismo è chiaro che si tratta di un piccolo gioco con la psiche. I risultati possono essere molteplici. Alcuni avranno piacere e saranno delusi poi dal suono cristallino e altri invece sorrideranno. Come vedremo più avanti, il gruppo scherza altrimenti poco. Le canzoni sono raramente più corte di cinque minuti, eccezion fatta per la terza pista, "Haul", che supera di poco i tre minuti e mezzo.

I pezzi sono indubbiamente segnati da una vena progressiva che attraversa gli scisti musicali della formazione finlandese. Cito solo "The Storm Is Coming", la seconda canzone, che attanaglia l'ascoltatore con sonorità pompose, inserite nelle trame della composizione. Più passa il tempo, più si notano parti vocali limpide che sottolineano alcune frasi. Non considero l'operato dei Jumalhämärä come black metal. Il tutto è troppo progressivo e astratto per essere inscatolato ed etichettato.

I tappeti musicali dei finlandesi sono annodati in una maniera piuttosto complessa che richiede concentrazione all'ascolto. In alcuni punti mi ricordano un poco gruppi come i The Ocean, con quei riff pesanti e straziati. L'accento di strazio supplementare è dato dalla voce che, inesorabilmente, accentua alcuni di questi riff citati sopra.

L'atmosfera generale del cd è deprimente e non è certamente adatta all'ascoltatore medio che vuole scuotere la testa al ritmo della musica. Personalmente non ricevo particolari sensazioni all'ascolto, anche se penso che il gruppo riuscirà ad acquistare qualche adepto.

Una piccola nota finale. Nessun membro della formazione si considera come la testa o il capo del progetto. Inoltre ogni membro della formazione suona qualunque strumento gli capiti. Credo che sia un concetto interessante.

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