martedì 31 agosto 2010

INKARAKUA - Inkarakua

Informazioni
Gruppo: Inkarakua
Anno: 2007
Etichetta: Uk Division/Phd
Contatti: http://www.myspace.com/inkarakua
Autore: Mourning

Tracklist:
1. Nessuna Via Di Scampo
2. Solo Il Principio
3. Ruggine
4. Senza Un Perché
5. Guardo Fuori
6. Sangre
7. Cieco Davanti All'Oblio
8. H8

DURATA: 29:02

Gli Inkarakua, seppur il monicker sia quasi impronunciabile, non sono una band straniera bensì nostrana, sarda per la precisione.

Dopo aver prodotto un primo album, "La Giostra Dell'Odio", a cinque anni di distanza da quell'uscita ci regalano il successore con la scelta del titolo che ricade su un'omonima rappresentanza.
Proposta che si presenta compatta e fortemente incazzato/rivoluzionaria, hardcore/metal con derivanti crossover che poco inventano basandosi su schemi già più volte suonati e quindi conosciuti, la prestazione della formazione però non è così standard come possa sembrare.
Che Max Cavalera e i Sepultura abbiano lasciato un'impronta solida sia col periodo post "Chaos A.D." sia con i Soulfly lo noterete subito, certo è che i ragazzi arrangiano bene i brani sfruttando la componente legata all'impatto che fa di brani quali l'opener "Nessuna Via Di Scampo" e "Cieco Davanti All'Oblio" portatori sani di violenza, mentre "Solo Il Principio" e una "Senza Un Perché" si concedono attimi leggermente più "riflessivi" intensificati dalla parte cantata in recitato da Cris.
L'album nei suoi trenta minuti è piazzato come un carro-armato in piena battaglia pronto a rispondere colpo su colpo, ad alcuni potrà risultare indigesto per un'omogeneità che è comunque sintomo di presa di posizione degli Inkarakua.
Chitarre taglienti, basi semplici, ordinate ma corpose, il groove la fa da padrone, la voce raschia e s'inalbera in più riprese, altro episodio interessante è "Sangre", nulla di realmente alternativo a quello che già si è ascoltato ma l'incidenza è maggiore rispetto ad altri.
"Inkarakua" è un platter dedicato agli appassionati del genere, un preciso e ristretto target, l'unica punto in più a favore del gruppo è non aver concesso a melodie catchy di fare comparsa inutile e poco appropriata.
Se lo stile rientra nei vostri ascolti giornalieri, una chance a questa band potreste e dovreste darla.

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SHW - E- Life

Informazioni
Gruppo: Shw
Anno: 2008
Etichetta: Incipit Recordings/Alkemyst Fanatix Agency
Contatti: http://www.myspace.com/skwband
Autore: Mourning

Tracklist:
1. TC
2. A Black Hole In The Room Beside
3. Nozomi (Planet B)
4. 8 bit Man
5. Agape
6. e-life
7. Doubts
8. Quiet Desperation
9. Two Cents Of An Outlier
10.Old Misty Giants

DURATA: 39:35

L'Italia si tinge di british sound? Sì alle volte capita di pescare nel folto mare delle proposte rock/alternative e scovare delle band che si rifanno al sound d'oltremanica, è il caso a esempio dei nostrani ShW.

Il trio si presenta con un secondo album, "E-Life", che conferma un netta presa di posizione e miglioramento per quanto riguarda l'amalgama sonora e la scelta del suono rispetto al passato, se è vero che i richiami ad act importanti quali Muse, U2 e alla vena pop degli ultimi Depeche Mode vien fuori in molti frangenti, il trio composto da Roberto Bonazzoli (voce, tastiere), Diego Capelli (chitarre, cori) e Graziano Capelli (batteria) ci mette del proprio dando prova personale dal punto di vista delle emozioni rilasciate.
Un platter che vanta discrete hit radiofoniche a partire da "A Black Hole In The Room Beside", "Nozomi (Planet B)" e "8 Bit Man" a cui si aggiungono anche "Two Cents Of An Outlier" e la titletrack, ognuno di questi singoli meriterebbe tranquillamente un passaggio nelle nostre radio più celebri che tanto si prodigano a parole a diffondere buona musica ma che al tempo stesso riescono a smentirsi rifilando tonnellate di plastica preconfezionata e neanche ben impacchettata nei continui on air giornalieri, in quelle classifiche inondate di act costruiti a tavolino dall'attitudine usa e getta, roba di una tristezza unica.
Gli Shw possiedono le qualità per affrontare il tosto e scandaloso mercato discografico italiano, maturità, intimità, un songwriting avvolgente e una discreta personalità che ancora può elevarsi a dispetto delle influenze citate, sono i pesi da contrapporre sulla bilancia di una fruibilità commerciale che varrebbe la pena di "sfruttare".
Un disco semplicemente rock con la facilità di presa del pop più raffinato "E-Life", un approccio spensierato dai tratti romantici e riflessivi che vi accompagnerà con l'unica pretesa di farvi passare del tempo piacevolmente.

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HEMOGLOBINA - Era Of The 5th Sun

Informazioni
Gruppo: Hemoglobina
Anno: 2010
Etichetta: Black Fading
Contatti: http://www.myspace.com/hemoglobina
Autore: Mourning

Tracklist:
1. Day By Day
2. So Far
3. Abuse The Sky Above
4. Child At School
5. Era Of The 5th Sun (strumentale)
6. Prison Of Your Pain
7. Hemo
8. Comes And Goes
9. Betrayer
10.What You Can Get
11.Dictation

DURATA: 52:34

Attivi sin dal 2000 e con un paio di ep alle spalle, la band nostrana degli Hemoglobina giunge in questo 2010 al traguardo ambito di un primo disco suonato e composto alla grande.

La formazione suona un rock/grunge influenzato da stoner, nu metal e sferzate crossover, un trittico di sonorità che se amalgamate come si deve hanno come risultato: "Era Of The 5Th Sun".
Il platter si alimenta della vitalità nineties di gente come i Soundgarden trovando il modo di inserire nei vari pezzi passaggi viranti verso soluzioni progressive, psichedeliche o di puro e istintivo "scontro" risultando alquanto naturali.
Inutile dire che all'ascolto la voce del singer Francesco Grandi si ritaglia un ampio e dovuto spazio anche se alle volte finisce per esasperarsi per la volontà d'andare oltre, rimanere su territori congeniali alle volte non è da considerarsi un limite.
Le sei corde macinano riff su riff alternando a sferragliate potenti e macina ossa, attimi rilassati e altri più nevroticamente cervellotici da trip vedasi "Abuse The Sky Above" decisamente acida, mettono in mostra l'animo quieto nella canzone che farà da spartiacque, la titletrack.
Se infatti già dalle inziali "Day By Day" e "So Far" le intenzioni degli Hemoglobina sono state ben chiare, non si tirano indietro neanche di mezzo centimetro puntando i piedi con composizioni dal piglio sicuro, "Era Of The 5Th Sun" ha una veste dimessa e malinconica, arpeggi e delicatezza inaspettate ma che verranno da lì a poco annullate dalle entranti "Prison Of Your Pain" e successivamente "Hemo", entrambe con un riffato potente con annessa scarica adrenalinica.
Il rock, quello vero, è capace di sederti schiacciandoti e innalzarti come se una creatura soprannaturale ti prendesse per mano, sarà forse per questo che l'animo del genere è sempre diviso fra lo sfoderare una imponente prestanza e contemporaneamente mostrare il fianco all'emotività partorendo ballad che alcuni definirono al tempo "strappamutande".
Beh nella scia finale tracciata dall'album confrontarsi con una "Betrayer" dinamicamente studiata, con stacchi e controtempi a farla da padrone rimarcando ancora quanto la formazione sia preparata dal punto di vista tecnico, non stride con l'incontrare sul nostro percorso posta a chiusura "Dictation" di natura completamente differente, in cui la passione viene trasmessa con impetuosa veemenza esclusivamente nel ritornello.
Gli Hemoglobina hanno realizzato un bel centro, un lavoro che possiede internamente ragione e sentimento, quando ognuna delle due fazioni si libera nei pezzi ne vien fuori una sola cosa: rock!
Se è di questo che avete bisogno per sfamare la vostra fame musicale, fate fare un bel giro nel vostro stereo a "Era Of The 5Th Sun" e mi raccomando il volume, alto, molto alto.

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NIGHTWARD - Adrenaline 12

Informazioni
Gruppo: Nightward
Anno: 2008
Etichetta: Rising Works
Contatti: http://www.myspace.com/nightward
Autore: Mourning

Tracklist:
1. White Venice
2. Aguirre
3. Bond Girls Are Forever
4. Doctor S
5. The Ghost In Room 7
6. Goodnight Aphrodite
7. Infidelity (A Buried P.O.V.)
8. Las Vegas
9. OnLine Seduction For Dummies
10. Bokor N

DURATA: 50:01



Quello che si spaccia per melodic death e poi è in realtà metalcore non è proprio di mio pieno gradimento, c'è da dire che come accade per ogni settore della musica vi sono poi act di valore che riescono nell'intento di coinvolgere e altri da evitare come la peste o da consigliare solo al peggiore dei vostri nemici.

I nostrani Nightward dopo essersi fatti la cosiddetta "gavetta" per oltre una decade danno alla luce il debutto "Adrenaline 12" nel 2008 sotto la Rising Works dell'ex Labyrinth Frank Andiver.
Non vi aspettate innovazioni perché quello che si presenta all'orecchio è una miscela già abbastanza conosciuta richiamante lo stile svedese di act quali In Flames e Dark Tranquillity nelle loro mutazioni post periodo death condite da venature industrial e un'attitudine catchy che dona una maggiore fruibilità dal punto di vista commerciale.
Premesso che non credo che tali scelte siano legate alla voglia di vendere ma piuttosto al gusto personale, la formazione si presenta con una tracklist energica che in "Aguirre" trae ispirazione da "Blood And Thunder" dei Mastodon, con "Bond Girls Are Forever" (e vorrei ben vedere viste le donne scelte per tale ruolo) e "Online Seduction For Dummies" riesce poi a centrare l'obbiettivo, non solo per il coinvolgimento trasmesso ma per le buone strutture e nella seconda per l'enfasi che la voce femminile riesce ad aggiungere come tocco inaspettato, tutti elementi questi che avrebbero già tenuto a galla il lavoro.
Se si mettono sul piatto anche un paio di episodi seppur di poco superiori alle media come l'opener "White Venice" forte di un ritornello canticchiabile, "Goodnight Aphrodite" con le sue venature gotiche e la badilata di "Las Vegas", tirando le somme il risultato è più che soddisfacente.
I fattori che ne rendono in alcuni frangenti deficitario il valore sono: le linee vocali scontate quasi pre-impostate, la voce c'è ma le dinamiche sono strasentite, l'uso moderato dell'elettronica che per com'è stata assegnata all'interno delle canzoni con un maggior carico avrebbe influito probabilmente in positivo e la produzione.
Le chitarre godono di un sound ruvido non male e nel complessivo non ci sarebbero grosse lamentale da riporre se il basso esistesse, purtroppo viene praticamente dimenticato il che, non può passare inosservato.
"Adrenaline 12" è quindi un album sufficiente ma che denota come ci siano da rivedere ancora un po' di punti per inquadrare il bersaglio a dovere, la proposta si relega così ad ascolto esclusivo degli sfegatati del genere.

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lunedì 30 agosto 2010

BEEN OBSCENE - The Magic Table Dance

Informazioni
Gruppo: Been Obscene
Anno: 2010
Etichetta: Elektrohasch
Contatti: www.myspace.com/beenobscene
Autore: Mourning


Tracklist
1. The Magic Table Dance
2. Uniform
3. Come Over
4. Freakin' Rabbit
5. Impressions
6. Demons
7. Ring Ring
8. How It Feels

DURATA: 45:08

Debuttare e farlo sotto l'ala protettrice dell'Elektrohasch è praticamente aver fatto un centro colossale.
Dico questo perché chi conosce gli standard qualitativi che la suddetta label mantiene e la dose annuale di musica con le contropalle che regala agli appassionati delle sonorità stoner e psych sa che hanno dell'incredibile.
Tale fortuna è toccata agli austriaci Been Obscene, il quartetto fondato nel 2007 da luce al proprio "The Magic Table Dance", un album che attinge dalle sorgenti più disparate ma che trova come fari guida soprattutto act quali Colour Haze, Queens Of The Stone Age e Corrosion Of Conformity, quarantacinque minuti di salutare rock che con movenze ricercate e catchy al medesimo tempo promette (e mantiene) di far esaltare l'ascoltatore.
Lo stile chitarristico di Homme e della sua creatura post Kyuss è palesato dalle scelte intraprese nel costruire un riffato istintivo e dal piglio scanzonato che vien fuori a ripetizione, ancor più quando la voce pulita e non troppo spessa di Thomas presenzia nelle hit "Come Over" e "Impressions" che al tempo avrebbero trovato sicuramente spazio in una Mtv Heavy Rotation, probabilità adesso sempre meno attuabile dato le debacle continue che il cosiddetto canale musicale vive, offrendo immondizia alle orecchie della gente con la consapevolezza di farlo, è questa la cosa grave.
Il lato introspettivo, malinconico e dedito alla psichedelia con sferzate di stoner più pesanti viene affrontato al meglio nei due colossi del disco: "Demons" e "How It Feels", le due tracce per consistenza sono in pratica la parte massiccia del platter con gli oltre venti minuti che rappresentano.
La base fondamentale è costituita dalla jam strumentale molto Colour Haze che è l'anima del sound dei Been Obscene, già ben rappresentata per altro nelle iniziali titletrack e "Uniform", a essa vengono annessi gli additivi corretti per infonderle un surplus atmosferico, il compito di mantenere quell'espressività leggera e contemporaneamente vivere quell'esperienza desert che le note hanno sviscerato per l'intero sentiero che la tracklist ha tracciato per noi con qualche assolo sparso che fa la propria sporca figura.
Altro nome da tenere in considerazione quindi, "The Magic Table Dance" non presenta novità per chi è un seguace della scena ma si pone come un primo approccio che sa farsi valere e onestamente dischi di questo tipo non stancano mai.
I Been Obscene entrano di diritto fra le nuove leve, a voi adesso dare assenso o meno al loro operato, godetevi l'ascolto.
Calura, un drink in mano, quale sottofondo più adatto di un album così?

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BITCHHAMMER - Doomblessed & Chaosborn


Informazioni
Gruppo: BitchHammer
Anno: 2010
Etichetta: Autoprodotto
Contatti: www.myspace.com/thealmightybitchhammer
Autore: Mourning

Tracklist
1. Welcome Chaos
2. Throne Of Blasphemy
3. (We) Like Hell
4. Tormentor (Kreator Cover)
5. Cursed By The King
6. Black Planet
7. Forest Of Frost
8. He's Turning Blue (Carpathian Forest cover)

DURATA: 27:16

Cosa c'è di più bello di poter ancora girare con il proprio lettore cassette ascoltando band odierne che decidono d'alimentare l'underground con lavori in tale versione?
Questa volta tocca ai teutonici Bitch Hammer farci compagnia, black thrash diretto, privo di fronzoli di cui citare le influenze non è neanche necessario visto che se avete inteso ciò di cui sto parlando e la provenienza del suddetto act, vi sono già elementi necessari per arrivare a comprendere che ciò che ascolterete ha una chiara devozione al sound anni Ottanta tanto riportato in auge con violenza nei Novanta da Desaster e Aura Noir sulla base fornita da classici come Venom, Hellhammer e primi Kreator.
Nelle tracce si sente incalzante la vena black che tradisce rimandi ai Darkthrone e alla scuola norvegese in genere, i due lati rinominati "Chaos" e "Doom" ci regalano una dose di scapocciate ben proposte, da "Throne Of Blasphemy" passando per "Curse The King" e "Forest Of Frost" si procede per percorsi conosciuti ma sempre ben accettati quando ci si pone all'ascolto.
A supporto due cover illustri, "Tormentor" dei Kreator estratta dal demo "End Of The World" o da "Endless Pain" fate voi la sostanza non cambia, è sempre di un capolavoro che si sta parlando e "He's Turning Blue" episodio dell'omonimo singolo del 1999 dei Carpathian Forest, in entrambi i casi il risultato è più che discreto.
I Bitch Hammer di "Doomblessed & Chaosborn" saranno graditi a chi segue l'ondata che si rifà agli act citati in testa, come tanti non sono nati per innovare, ma per proseguire nel malevolo percorso di chi li ha preceduti facendolo con sincera passione e questo in certi casi può anche bastare.

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IMPUREZA - La Iglesia Del Odio


Informazioni
Gruppo: Impureza
Anno: 2010
Etichetta: Snakebite Productions
Contatti: www.myspace.com/impureza
Autore: Mourning

Tracklist
1. El Gitano Maldito
2. Marranes
3. La Luz De La Luna Negra
4. Besar La Mano Del Infame
5. Las Iglesias Del Odio
6. Y Corre la Sangre
7. La Checa Del Perverso
8. En El Deserto De La Creencia

DURATA: 39:34

In quanti si ricordano i Raza De Odio di "La Nuova Alarma"? Nel 2004 il combo italico provò a dar vita a un album che inserì chitarre con ritmiche flamenco all'interno di basi thrash/death con un risultato apprezzabile ma in fin dei conti altalenante.
Gli Impureza arrivano ben oltre quell'intento andando a dar forma a un monolite death metal che pur vibrando delle influenze gitane presenti in massa e con richiami folk che s'intersecano nel sound, non invadendo mai più di tanto il territorio a dire il vero, mostrano di non cedere il passo a stupidi tecnicismi ostentati facendosi ascoltare con una release solida e devastante del genere.
Innovazione? Fantasia? Pura e semplice abilità nel combinare una parte della propria cultura alla musica che si ama, è questo ciò che si nota snocciolando le tracce di "La Iglesia Del Odio".
Il primo album della formazione è per me come un fulmine a ciel sereno dato che non ero a conoscenza dei loro demo dai quali molte delle canzoni sono state estratte e rielaborate, quello che posso affermare con assoluta certezza è: ara di dietro a valanga.
Se uno si convincesse leggendo il titolo o per l'innesto di chitarra acustica/flamenca di poterli ricollegare a Opeth o proposte similari verrà distolto da tale malsano pensiero dall'opener "El Gitano Maldito", la sua esecuzione ferale adornata dal suddetto spunto di classe mette in chiaro la cifra artistica che risiede all'interno di questo combo preparato e devoto alla brutalità.
Il blast-beat persiste e insiste nell'aumentare la cattiveria, le canzoni sono pronte a sprigionarsi attraversate dalle melodie che decorano il riffing a cui Rafael e Lionelito imperterriti donano linfa vitale per erigere muri incantevolmente adornati, spessi, rinforzati dalla malta che il growling aspro e ferreo di Lamas rigetta sull'ascoltatore con la caratteristica di esprimersi in solo ispanico.
Non esiste staticità nel loro intendere lo stile, partiture monolitiche si vanno a "scontrare" con ricercatezza e accorgimenti che levigano il sound offrendo all'orecchio molteplice sfaccettatura, coinvolgente e spezzacollo, brani della bellezza di "Marranes", un pugno in pieno stomaco, "La Luz De La Luna Negra" con il suo stacco gitano che farebbe ballare pure un morto, la titletrack in significativa evoluzione umorale attimo dopo attimo e la conclusiva mazzata dall'epicheggiante sentore a titolo "En El Deserto De La Creencia" ad annichilirci in modo estasiante privandoci del fattore filler, non c'è nulla da buttare o skippare in questo "Iglesia Del Odio".
Riconoscere le capacità esecutivo-compositive degli Impureza è dovuto, i ragazzi dimostrano in maniera palese che oltre alla tecnica c'è bisogno di possedere un'anima per fornire un lavoro che bypassi la mania da "cinque dita" su cui troppo si fa leva negli ultimi anni, aggiungiamoci una produzione che non fa altro che permettere un ulteriore salto di qualità al platter e il cerchio si chiude.
Curata per quanto riguarda il suono delle chitarre decisamente piene e invitante sia negli attimi dediti allo scapocciamento più veloce, sia quando si dilettano nei vari classicismi, sostanzialmente equilibrata in linea generale, fornisce chiaro riconoscimento alla strumentazione in toto ed è quanto si vuole, nulla più.
Lo so che gli Old Schooler potrebbero anche rivoltarsi dopo aver letto di certe tendenze musicali poste internamente a "La Iglesia Del Odio", li invito ad approcciarsi all'album senza troppi preconcetti perché gli Impureza sanno bastonare, eccome!
E' un disco che lascia un segno indelebile in quanto di fattezze e valore similare ne sono usciti ben pochi, non posso far altro che dire: compratelo!!!

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HYPNOS 69 - Legacy

Informazioni
Gruppo: Hypnos 69
Anno: 2010
Etichetta: Elektrohasch
Contatti: www.myspace.com/hypnos69
Autore: Mourning

Tracklist
1. Requiem For A Dying Creed
Movimenti: I - Within The Spell, II - Visions/Within The Spell (Reprise), III - A Requiem For You
2. An Aerial Architect
3. My Journey To The Stars
4. The Sad Destiny We Lament
5. The Empty Hourglass
6. Jerusalem
7. The Greatwork
Movimenti: I, Nigredo: Corruption, Dissolution, Individuation - II Albedo: Purification, Burnout Of Impurity;
The Moon, Female - III Citrinitas: Spiritualisation, Enlightenment; The Sun, Male - IV: Rubedo: Unification
Of Man With God And The Limited With The Unlimited

DURATA: 1:12:32

Chiunque segua il movimento rock psichedelico per un motivo o un altro spero si sia imbattuto in questo notevole combo belga: gli Hypnos 69.
Attivi da una decade e più, hanno sfornato opere spettacolari sino al 2006 quando con "Electric Measure" sembrava fosse giunto il momento del loro addio.
Per fortuna ciò non è avvenuto in forma definitiva, solo una pausa per rientrare quest'anno a tutti gli effetti nel roster della Elektrohasch che li aveva prodotti nelle ultime due uscite.
Si ripresentano ai fan e agli appassionati in genere con l'ennesimo album che rasenta il capolavoro: "Legacy".
La classe non è acqua ed è inutile girarci intorno, ci sono musicisti che l'ispirazione e la composizione le hanno nel sangue, questo è quanto si può dire della formazione che sfoggia una prestazione fantastica sotto qualsiasi punto di vista.
Gli anni Settanta sono il motore su cui il mondo musicale degli Hypnos 69 è imperniato, la scuola di Pink Floyd, Hawkwind, King Crimson e in certi frangenti noterete come un'aura Jethro Tull avvolga le tracce, è un esempio che non viene clonato ma a cui viene data anima vibrante che istintiva colpirà il cuore di chi è profondamente innamorato di tali ascolti senza far pensare a un semplice revival, non sono gente che clona gli Ac/Dc, questi signori possiedono carisma e personalità da vendere.
Settantadue minuti di una grazia e maestosità impressionanti racchiudono evoluzioni jazzy, chitarre heavy e una scansione dell'universo emozionale ricco di gamme e colori rappresentate dalle costanti variazioni di mood che all'interno di "Legacy", assemblano un piano dimensionale su cui la musica è libera di muoversi priva di alcun legame definibile forzato.
Intrufolarsi in un track by track sarebbe dovuto ma dilungherebbe un discorso che se intrapreso e sviluppato nei suoi minimi dettagli ne avrebbe davvero tante (troppe) di cose da dire, scegliere una traccia rispetto ad un altra? Non ci penso neanche, esistono casi come il suddetto dove non si potrebbe vivere e respirare una certa atmosfera se tutti gli anelli della catena non risultassero ben allineati e presenti dando un contributo fondamentale a una ruota che dal primo all'ultimo secondo non smette di girare creando caleidoscopiche esaltazioni di pensiero.
La presenza dell'Hammond e del Korg quanto quella del sassofono non sono limitate al ruolo d'occasionale orpello come spesso ci s'attende, chi conosce tale stile sa che qualsiasi strumento vi entri a far parte ne diventa un tassello senza il quale l'opera perderebbe un po' del proprio valore, non c'è nulla che si possa ritenere irrisorio in un gioco fatto d'incastri sfuggenti e sensazioni.
Un album intensamente spirituale, un percorso che come già potrete intendere dai titoli assegnati ai brani ripercorre un sentiero illuminante, fatto di citazioni (ne troverete una di Hermetes Trimegistus all'interno del digipack e un'altra di Einstein a dar corpo al testo di "An Aerial Architect"), un sound espressamente etereo con particolare attenzione ai fraseggi più riflessivi e malinconici e un'affascinante serie di scelte sonore che intriganti ne variegano il discernere scongiurando la parola monotonia che si prende un bel calcio in culo.
Un disco da comprare a scatola chiusa, ne ero sicuro prima di possederlo dati i trascorsi meravigliosi in compagnia della loro arte, ne sono ancor più saldamente convinto adesso che ho potuto apprezzarlo e girarmelo fra le mani.
Se li conoscete già, internet o negoziante di fiducia ma fatelo vostro, nel caso non li aveste ancora ascoltati direi che è anche arrivata l'ora, non sapete cosa vi siete persi fino a questo momento.

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MECHANIX (DEU) - Sonic Point Blanck


Informazioni
Gruppo: Mechanix
Anno: 2010
Etichetta: Witches Brew
Contatti: www.myspace.com/mechanixworldwide
Autore: Mourning

Tracklist
1. Intro (Sonic Point Blank)
2. Next To You
3. Collateral Damage
4. Skarface
5. Point of No Return
6. Hollow
7. My Style
8. Crippled
9. Dies Ira
10. The Axe-Files

DURATA: 34:49

Quando ho inserito per la prima volta "Sonic Point Blank" nel mio stereo, oltre all'aver vissuto in automatico un salto nel passato di oltre un ventennio, mi sono chiesto se non fossero i Megadeth sotto mentite spoglie a suonare.
Sono davvero tante le somiglianze nel sound e nel cantato di Wolf Reinish (anche chitarrista ritmico e solista) con la band di Mustaine.
Che il monicker Mechanix fosse ispirato dai 'Deth e dalla loro song inserita nella pietra miliare avente per titolo "Killing Is My Business... And Business Is Good!" poteva starci, entrando nel vivo delle tracce però si vede come la possibilità di sfruttare un range vocale "similare" a quello del papero più famoso del metal (ammettiamolo, a volte sembra starnazzare ma a chi non piace?), supportato da basi che affondano le radici in un thrash metal dai tratti melodici che riesce a inserire anche evidenti richiami al punk e all'hardcore primordiale del periodo, dia vita a una prova classica fino al midollo.
Non è di una formazione di ragazzini alle prime armi che scrivo, attivi ormai da tre lustri e con demo, un paio di ep e un debutto alle spalle, la via intrapresa è quella evidentemente scelta, non si può negare che le tracce siano effettivamente figlie di quello che fu il percorso musicale che gli americani interruppero vent'anni or sono con "Rust In Peace" con la decisione di virare ancor più in direzione di un approccio catchy e affinato, motore dei successivi "Countdown To Extinction" e "Youthanasia".
I Mechanix fortunatamente non si limitano a fiancheggiarne l'operato ma ci mettono del loro donandoci canzoni come "Point Of No Return" il cui svolgere diviene interessante per l'intreccio melodico e per una ridondanza mediorientaleggiante che ne diviene parte integrante o ancora una "Hollow" dai toni scuri che attende solo l'attimo giusto per esplodere e quando lo fa, il botto che ne vien fuori si sente eccome.
Certo è che in veramente molte occasioni da "Collateral Damage" a "Crippled", da "My Style" a "Dies Ira" così come nella conclusiva "The Axe-Files" con quella voce e per come sono impostate le linee, non si può non immaginare Mustaine dietro il microfono.
Devo ammettere che mi è passato più volte in testa pari a un flashback il finale di "Holy Wars" in cui Dave si lancia in quel fantastico "Mercy Killings", quelle note hanno fatto riaffiorare quella frase a galla con prepotenza, una seduta spiritica capace di evocare e ridarci indietro un chitarrista meno sconclusionato e trendy di quello odierno? Magari.
E' un album vecchia scuola che fra sferragliate concitate e qualche assolo riesce a trovare il tempo per inserire la chitarra in clean, quell'animo "tenero", se così vogliamo interpretarlo, che tante volte divenne parte integrante di brani storici segnandone il futuro ricordo.
"Sonic Point Blank" è thrash per gli innamorati del thrash, per quelli che non possono e non vogliono scrivere la parola fine a quel periodo d'oro che ha segnato gli Ottanta in modo così profondo da regalare a noi ascoltatori capolavori uno dietro l'altro.
Se non ne avete mai abbastanza di questo sound, se è questo il metal di cui avete un famelico bisogno, i Mechanix vi offrono dieci canzoni con cui poter assaporare ancora quelle sensazioni, sono ciò che state cercando.

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DEATH AMPHETAMINE (english version)


Informations
Author: Mourning

Line Up
Scott Beckett - Guitar and Vocals
Marcus Frattura - Bass
Cristian Gazmuri - Drums


Today we are with the american band Deathamphetamine. Hi guys, welcome on Aristocrazia Webzine.

Scott: Hi! You honor us with your questions.


The band was born almost a decade ago, how was Deathamphetamine born?

Cristian: The three founding members met in high school and had played thrash music together in a band called buried dreams and also in cuban missile crisis, a punk outfit we're we forged one of the first Death Amphetamine singles "Death Machine" and also "The Curse", the band truly formed when the three of us went to college at umass amherst and decided that western mass could always use more metal and less hippie music. As we played together, our respective roles were carved out, I was the untethered drummer with intensity and wierd faces, Scott was the solid rhythm guitar and go-to guy for logistics and leadership, and asaf had lead skills and enough vague ethnicity to make us look cool.

Scott: Well Cristian has most of it there. There was the high school stuff in Buried Dreams/Eternal Hatred, both already taken names. That was Cristian, Asaf, and this other guy Nate Saktewich and then me joining on bass. It was kind of like megadeathmetal I guess. That didn’t work out, so I kept trying to start a band with Asaf and Cristian in other stuff I wanted to do like Cuban Missle Crisis which they sort of rotated in and out of. That ended up being me and my Brother mostly. I think it might have been after that when we wrote "Death Machine" and "The Curse". It kind of took a while to get things going because they got into college and I didn’t, but eventually I got into the school they both went to and we were able to start being a band.


I had the pleasure of listening to your last album released in 2009, the EP "Post Apocalyptic Revisionist History". Before we talk about that, I'd like to ask you if you made some changes in your sound during these years or if it has always been this Death/Grind that draws from -core, Thrash and Punk giving life to something very furious.

Cristian: Definitely, we were a completely different band before this work, playing thrash-anchored death metal with a slightly progressive touch. For about seven years, and with notable changes in the lineup, we grew into a particular kind of sound, with no limits on our influences. when we decided to get a singer, to allow scott to concentrate on writing and playing, that allowed us to grow and have more options.
eventually though, we decided it was all too much and there wasn't enough cohesion so we simplified and decided to play more d-beat, raw stuff without spending so much time with finish work.

Scott: I think that was always supposed to be the Idea, but we just didn’t really know what we were doing at first. We were also the only “death metal” band at Umass Amherst at the time when we started. We knew didn’t want to be Metal Core, Gothenburg Metal, Nu Metal or just Hardcore, and we were all into Slayer. Too many things we were trying not to be you know? Now we are all pretty much on the same page about what we actually want to do. We have also been doing the recordings our selves and not at a studio, that made a big difference as well.


You compressed so many things in fifteen minutes, there is a lot of headbanging atmosphere with "Temporal Abortion", maybe the track that better represent your influences but also with the very strong "The Skinner Box". Which are the bands from which you drew inspiration and how much did they influence you?

Scott: Those are both songs written by Marcus. His songs are a big part of our new sound. He should probably tell you.

Marcus: I think we are the sort of band whose influences may sometimes not be immediately obvious, but the bands that have influenced us have had a profound effect. For me personally, these would be german thrash like early destruction, kreator, assassin, etc. old school american hardcore punk esp. Poison Idea, Black Flag, B'last, T.S.O.L. etc. Melodic hardcore like his hero is gone/tragedy and shikabane has factored into our newest efforts in a big way as has black metal; Darkthrone, Bathory self titled album and the early Ulver releases have always been an influence on anything i do, but are certainly more noticeable on the new material. I could go on and on about influences but i will spare you and the readers my nerdiness.

Scott: Our influences are pretty varied. For the other newer songs, besides all of the stuff marcus mentioned, we even have some influences from 90's LA punk bands like Bad Religion, RKL, and Pennywise. Pretty much all the youth crew hardcore and pop punk I listened to before the band started has begun to creep its way back in there with the black metal, death metal, and thrash. Then of course Classic power metal like Judas Priest and Manowar. I Have been listening to that stuff for just as long as shitty punk and that Influence comes through when it is time to do the high pitched screaming falsettos.


You had some line-up changes during the years how much did they engrave on the fact that you haven't released any full lengths? Is this one of the reasons of this fact?

Cristian: we have always turned out four or five songs at a time and grew in the writing that it was always more appropriate to release ep's to reflect that moment in time. it's always been at the back of our heads to do a full length but we change our sound so often that it doesn't necesarily work to release in that format.

 
Scott: Well our 2004 recording was supposed to be a full length with 9 songs, but we broke it up into two demos while we tried unsuccessfully to get it released by a label. But after that it is harder to say. It was more the fact that we were all in school and had jobs, and we also spent waaaay too long writing the songs. We would lose a member before we could finish writing ten songs! That is something we don’t really do now, and part of the reason that we sound the way we do today versus back then. We went from a collaborative writing process to one where we all just write our songs and everyone is cool with it. Also we are just finishing up our "first" full length now, but that almost didn’t happen either because my computer was stolen!


How do you compose your songs? Is there a member taking care of the music and another member taking care of the lyrics?

Scott: I guess I sort of started touching on that already. We all write music and lyrics for our own songs for the most part.

Jay: Yeah Scott and Marcus obviously have taken care of the majority of songwriting since I've joined but we all contribute our input and they've encouraged me to bring my own songs to the table as well.


What do you talk about in your songs?

Jay: Public issues, Star Trek, Government Conspiracy, Space/Time/Alternate Realities, Frank Zappa, Khan, etc.

Scott: Jay kind of got all the main themes there. However, we try and make sure there is more to it even if a song is about a Star Trek episode or something. We want the songs to be like a good work of science fiction: there is the fantastical main idea on the surface to make it palatable, but then it is really about us and our society now, not the future. I don’t know how successful we are at doing it, but that is the goal.

Marcus: Like jay and scott said, it runs the gamut from social commentary to outright fantasy, but the common thread that runs through all the lyrics I think is the making of some sort of connection, often through allegory, between the fantastic sci-fi stuff, and the mundane, depressing, and shitty things happening in our everyday lives and the world around us.


We live in a revival era in Metal, from Thrash to Death, you play a genre that doesn't need to follow this trend. What do you think about the modern Metal scene?

Cristian: More like scenes plural, there is a different ethos operating in all the genres of metal from the more epic to the more everyday regular guy stuff (lowbrow/highbrow?) I'm equally impressed by both the grindcore and death metal scenes in the degree of evolution and current dominance these genres possess. I do think there is a major split between those that explore inward through revival efforts and those pushing the boundaries. I'm really happy to see the rebirth of old genres and the new fusions that are taking place. i think we are really enjoying the fusion aspect of reviving old styles

Jay: I honestly don't follow the modern metal scene enough to make an opinion on their music either way but from what I've seen from bands in our area, there's an awful lot of talent. The kids I see playing metal today definitely make me want to try harder keep learning new things.

Scott: I don’t know what to make of this revival, because it seems like it has been going on for as long as we have been a band and we have never gotten any big benefit from it. Some really good bands that we know have seen some success from that revival I think, but overall I think it is kind of a genre specific type thing.

Marcus: The trend towards "revival" type bands is a double edged sword, on the one hand its great to hear bands who do a good job of recreating the sounds of the old classic bands that we all love, on the other, its painful to hear a bunch of kids who just got into this music last week butchering the genre or regarding the whole thing as some sort of joke or novelty. As a band who "doesn't need to follow this trend" its sometimes hard to get as much recognition as those that are following a tried and true formula, but I think at this point we have all accepted this to some degree as a challenge that comes with what we choose to do.
I know that some of my personal favorite bands never achieved much "success" (however one defines that) during the time they were active, but if some kid 15 years from now discovers our music and feels the same way about it that I felt when I first heard those albums I love for the first time, it will all be worthwhile.



How was your passion for this kind of music born? Do you miss something about those years?

Scott: Off the top of my head, I think "Undisputed Attitude" by Slayer and "Kings of Punk" by Poison Idea were two big albums that got me into heavier music and away from poppier punk music very early on.
But at that point I still didn't have a solid band to play that type of music with, so I don't miss that. When DA started, at first cristian and asaf were all into dream theater, so the music didn't end up sounding like either of the albums I mentioned above. So I looking back on that I don't really miss some of those comprimises I had to make. As far as nostalgia, I do miss the early days of Deathamphetamine when we had tons of Amherst area college kids watching us in basements, but now we are finally playing the type of stuff I always wanted to play so I am happier about it overall.


Jay: I grew up on AC/DC, Blue Oyster Cult, Black Sabbath, KISS, Queen, Pink Floyd, Iron Maiden, The Beatles, Ozzy, etc. I guess it wasn't until I discovered bands like Slayer, Celtic Frost, Morbid Angel, and Mercyful Fate that I started becoming interested in heavier music. Everything was new to me back then so I suppose I miss the excitement of hearing incredible albums for the first time but I still enjoy that privilege every now and then.

Marcus: My passion for music was born the first time I heard Slayer, Deicide, and Morbid Angel, and Darkthrone. I had always liked the loudest darkest most uncompromising and powerful music I could get my hands on, but those four bands really opened the floodgates into music scenes I never knew existed but fell in love with as soon as I did.


What do you think about the word "underground" today? What is underground in these days?

Jay: Underground music is music that evil baby-eating reptilian corporate hogs haven't gotten their greedy claws on yet and may it continue to thrive.

Scott: like Jay said, except I don’t think there are many things remaining that haven’t been co-opted and commercialized by mainstream culture. It has happened to a lot of aspects of metal, thus the "Revival". But there are still all the small bands before they make it to that level or the millions of bands who never had a fucking chance that do the DIY punk thing or play in shitty dive bars just trying to bring the world to them, not the other way around. That stuff is "underground".


You works are available for free download, is this the only answer to the uncontrolled file sharing? Is this the death of the purchase?

Cristian: This is the death of ponytail, cigar-smoking record exec guy, and the birth of open sharing and release without hype, if you like our music, go to a show, if you don't, find some band you think is awesome, either way you don't have to be married to your purchase, because there isn't one. perhaps this creates more transience because there are not necesarily physical copies to carry around with you, but it also allows you to show your friends what you like much more easily.

Marcus: We’re still trying to whore our stuff around for labels new fans etc. so I think trying to charge people to hear our songs would ultimately be shooting ourselves in the foot @ this point. Once we are high profile rock stars, though, trust me, you will pay. You will all pay. On a serious note, I think the retail sales of physical records, at least in the underground, is not going anywhere anytime soon. If anything the underground market is prospering, I see plenty of one man operation labels springing up around all over and doing cool stuff. The RIAA may be desperately suing college students for sweatpants money, but fuck those guys. Unlike consumers of popular music the vast majority of true metal FANS still love to own vinyl tapes and cds and the posters and inserts and prophylactics that come with them because its an element of the total experience that you cant just download on itunes.

Scott: Well through http://deathamphetamine.bandcamp.com we can control how the music is published ourselves and at least people know it is coming directly from us. They get all the artwork and lyrics and everything that would normally be part of an ablum you buy. When we press some physical copies people can order them from us through there too if they want. It just cuts out alot of bullshit, which is nice. We Also can just give away our older albums for free so people can get into the band at no cost and we can actually find out how many people the music is reaching. I feel like it is a good solution to the problem for the time being.
We will probably sell our new full length through that website and at our shows and that’s it. If we are lucky a small label will put it out which would be cool if it gets distibuted in other parts of the world, or just anywhere outside of new england. There probably won’t be any big record stores with it on the shelves any time soon. On a side note, We did actually have "Post Apocalyptic" pressed on to 100 cassette tapes by a small label called Galambis records, but they are all gone at this point. I can't see going to far beyond something like that right now.


Jay: I'm just happy if people are listening.


Which is the right way that everyone should take to listen to music? Are social network useful in this context or are they just the first step?

Scott: I don’t know the answer to that. Only time will tell. Everybody should definitely go to more live shows for sure.

Marcus: I am certainly not here to tell anyone how they should listen to music. Social networking sites like myspace and facebook are great for getting your shit out there and finding out about other cool bands, but as I said before, if one has more than a passing interest in this they will dig deeper.


What kind of relation do you have with your followers (both in internet and real life)?

Scott: Well there aren’t many that have made themselves known outside of the Boston metal scene. We are always happy to have new fans, and we always try and give anyone from other parts of the globe whatever they want from us.

Jay: We appreciate anyone who takes the time to listen to our music.


You best live experience? Is there one which you would like to repeat? And another one that you would forget?

Scott: I can answer both at the same time! There was this time very early on when we were playing in the basement of this house in Hadley, MA during the dead of winter. There was so much acid and so many mushrooms at that party and everyone was cramming inside to get out of the cold. Everyone in the band was also all on mushrooms; we were tripping our balls off! We could barely play our songs, but since everyone else was also tripping, nobody noticed! That was the best crowd response we ever had! It was cool, but I would never want to do it again.


Which are your projects for the future?

Scott: Well first and foremost (ahead of everyone trying to give thier side projects a shout out), we just sent out the new Deathamphetamine full length to be mixed and mastered. It is going to be called “The Lost Album” due to the fact that my computer with all of the songs recorded on it was stolen and was missing for a month or two. That will be available on that website http://Deathamphetamine.bandcamp.com
And maybe once again on cassette through Galambis records.


Jay: I'm Involved in two other bands, "Horn of Valere" and "Sorcery", with whom I hope to finish new recordings within the next year.

Marcus: Myself and Scott are involved with an old school death metal band called Blessed Offal, we are recording a 4 song EP to be released on No Visible Scars label.


Thanks for the time spent with us, the last message for our readers is up to you.

Scott: The needs of the many outweigh the needs of the few, live long and prosper.

Marcus: In a thousand years, Gandahar was destroyed, and and all its people massacred. A thousand years ago, Gandahar will be saved, and what can't be avoided will be.

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FIELDS OF LOCUST - Subtopia

Informazioni
Gruppo: Fields Of Locust
Anno: 2010
Etichetta: Autoprodotto
Contatti: www.myspace.com/fieldsoflocust
Autore: Mourning

Tracklist
1. The Province Of Thieves
2. Wolves...
3. ...Under A Hunter's Moon
4. An Entrance To Altered Mindtrip
5. Momentary Lapse
6. Fog

DURATA: 57:48

Il metal si evolve e continua a farlo, post non è più denominazione inconsueta quando s'incontrano realtà che vanno ben oltre i canoni fissati dai generi cardine. E' così che oggi mi ritrovo a scrivere di un quartetto greco che sembra aver passione per gente come Cult Of Luna, Rosetta e Red Sparowes facendosi strada in quell'ondata che ha portato a galla act quali Alaskan e We Lost The Sea, loro sono i Fields Of Locust.
La musica come potrete immaginare è un ampio calderone d'idee e suoni, dilatazioni doom, affondi sludge, melodie post rock e alternative, frenesie stoner coadiuvate ovviamente dall'immancabile coltre atmosferica che prende spunto sia dalle movenze più concitate dando vita a turbinii incalzanti, sia dalle fasi di stasi apparentemente allentata offerte dall'introspezione fondata sulla parte d'animo maggiormente rock addicted.
I sei brani per quasi un'ora di musica di "Subtopia", album di debutto autoprodotto, è questo che racchiudono, capitoli che posseggono in forma personale e di brillante risultato una commistione di pensieri mutati in note.
Non è facile sbilanciarsi su di un platter che ci permette d'ascoltare della buona musica evidenziando una canzone piuttosto che un'altra dato che lo stile e la metodologia di componimento degli episodi racchiusi in esso vanno di frequente valutati molto più per un concetto proprio di feeling ancor prima che per la tecnica o lo sviluppo "reale" a cui viene dato seguito.
In questo caso mi permetto di sottolineare la bellezza dell'accoppiata di cui sono parte "Wolves..." e "Under A Hunter's Moon", iniziando col dire che è stata indovinata anche la posizione in scaletta, di seguito infatti hanno la caratteristica di tenere alta la tensione emotiva forzando dapprima sul lato prettamente melodico scandito con dolcezza e un tocco di malinconia, per poi avviare dei brevi seppur sostanziosi "attacchi" al cuore con smottamenti sonori robusti.
I Field Of Locust e "Subtopia" si candidano a promessa di valore all'interno di una scena che crea e smonta band come fossero playmobil, in questo periodo ancor più spuntano come funghi, non rimane che suggerire l'ascolto ai fruitori abituali delle atmosfere post e a quelli che amano in genere farsi viaggi che vadano oltre le barricate musicali classiche.
Vi ritrovate fra questi? Beh un passaggio nel vostro stereo allora non potrà ch'esser di vostro gradimento.
Per reperire l'album basta contattare la band tramite myspace a meno che non siate in Grecia per vacanza e magari vogliate andarlo a ritirare voi stessi facendovelo consegnare a mano, vi scappano pure due chiacchiere con gli autori, perché no?

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DEATH AMPHETAMINE


Informazioni
Autore: Mourning
Traduzione: Insanity

Formazione
"Metal" Marcus Frattura- Basso e Voce
X-tian Gazmuri - Batteria
Jay Inman - Chitarra


Oggi insieme a noi per due chiacchiere la band statunitense dei Death Amphetamine. Salve ragazzi e benvenuti su Aristocrazia Webzine.

Scott: Ciao! È un onore rispondere alle vostre domande.


Siete una realtà attivà ormai da quasi una decade, qual è la vostra storia, com'è sono nati i Death Amphetamine?

Cristian: I tre membri fondatori si conoscono dai tempi delle scuole superiori e suonavano Thrash Metal in una band chiamata Buried Dreams e anche nei Cuban Missile Crisis, una band Punk in cui creammo uno dei primi singoli dei DeathAmphetamine: "Death Machine" e anche "The Curse". La band si formò realmente quando noi tre andammo al college a Umass Amherst e decidemmo che la massa occidentale avrebbe potuto volere più Metal e meno roba hippie. Poichè suonavamo insieme, i nostri rispettivi ruoli erano già stabiliti, io ero il batterista con intensità e facce strane, Scott il chitarrista ritmico e quello che si occupava di logistica e ci guidava, e Asaf era un buon leader ed aveva quel tocco di etnicità che ci faceva sembrare più fighi.

Scott: Beh, Cristian ha detto quasi tutto. C'è la storia delle superiori nei Buried Dreams/Eternal Hatred, entrambi già usati. C'erano Cristian, Asaf e quest'altro ragazzo, Nate Saktewich e poi io entrai come bassista. Era qualcosa tipo Megadeathmetal, credo. Non funzionò, per cui continuai a cercare di creare una band con Asaf e Cristian in altri generi che volevo fare, come nei Cuban Missile Crisis in cui ne abbiamo cambiati molti. Finì che eravamo principalmente io e mio fratello. Penso che sia dopo questo che creammo "Death Machine" e "The Curse". Ci volle un po' di tempo per far andare bene le cose perchè loro erano al college e io no ma poi finalmente andammo tutti alla stessa scuola e potemmo creare una band.


Io ho avuto il piacere d'ascoltare il vostro ultimo lavoro datato 2009, l'ep "Post Apocalyptic Revisionist History". Prima di parlarne vorrei sapere se ci sono state svolte nel sound durante gli anni o è sempre stato incentrato su questo death/grind che prende dal core, dal thrash e dal punk dando vita a una furia godereccia?

Cristian: Eravamo una band molto divera prima di questo lavoro, suonavamo un Death molto Thrashy con un leggero tocco Prog. Per circa sette anni e con molti cambi di line-up siamo cresciuti con un sound particolare, senza limiti per le nostre influenze. Quando decidemmo di cercare un cantante, per permettere a Scott di concentrarsi solo nel comporre e nel suonare, riuscimmo a crescere e ad avere più possibilità. Finalmente comunque decidemmo che era troppo e non c'era coesione, per cui abbiamo semplificato decidendo di suonare roba più grezza e D-Beat senza perdere troppo tempo nel finire il lavoro.

Scott: Penso che fosse l'idea iniziale, ma non sapevamo cosa stavamo facendo all'inizio. Inoltre eravamo l'unica band Death Metal a Umass Amherst al tempo in cui iniziammo. Sapevamo di non voler fare Metalcore, Gothenburg, Nu Metal o Hardcore, e ascoltavamo tutti gli Slayer. Troppe cose che cercavamo di non fare, sai? Ora siamo tutti sulla stessa linea riguardo a cosa vogliamo fare. Abbiamo anche fatto le registrazioni da soli e non in uno studio, anche questo ha fatto la differenza.


In quindici minuti avete concentrato un bel po' di carne al fuoco, c'è tanta atmosfera da headbanging con una "Temporal Abortion" probabilmente più completa nel rappresentare le varie influenze sonore ma con una "The Skinner Box" che si presenta dilagante. Quali sono le formazioni che vi hanno ispirato negli anni e quanto sono state influenti nel comporre la musica?

Scott: Sono entrambe canzoni scritte da Marcus. Le sue canzoni sono una grande parte del nostro sound. Probabilmente dovrebbe spiegarvelo lui.

Marcus: Penso che siamo il tipo di band le cui influenze a volte non sono così ovvie, ma le band che ci hanno influenzato hanno avuto un grande effetto. Personalmente sono stato ispirato dal Thrash tedesco come i primi Destruction, Kreator, Assassin, ecc., dall'Hardcore Punk old school dell'America come Poison Idea, Black Flag, B'Last, T.S.O.L., ecc., o anche dall'Hardcore melodico di His Hero Is Gone, Tragedy e Shikabane che ci hanno fatto diventare quello che siamo ora, come anche lo ha fatto il Black Metal; il selftitled dei Bathory, i Darkthrone e i primi Ulver hanno sempre avuto una notevole influenza su ciò che scrivo, ma sicuramente questo è più evidente sul materiale recente. Potrei andare avanti a parlare di influenze ma mostrerei a voi e ai lettori il mio essere nerd.

Scott: Le nostre influenze sono molto variegate. Per le altre canzoni più recenti, oltre a quello che ha detto Marcus, abbiano influenze dalle band Punk di L.A. degli anni '90 come Bad Religion, RKL e Pennywise. Più o meno tutto l'Hardcore e il Pop Punk che ascoltavo prima che la band prendesse questa strada con Black Metal, Death Metal e Thrash. Ovviamente anche il Power Metal classico come Judas Priest e Manowar. Ho ascoltato quelle cose quanto ho ascoltato Punk merdoso e l'influenza è evidente quando mettiamo urli acuti in falsetto.


Avete avuto un bel po' di cambi in line-up durante gli anni, quanto hanno inciso sul fatto che non abbiate ancora rilasciato un full? E' questo uno dei motivi che vi ha frenato?

Cristian: Abbiamo sempre scritto quattro o cinque canzoni alla volta e siamo cresciuti nello stile di composizione più appropriato per l'EP pubblicato in quel periodo. È sempre stata nelle nostre teste l'idea di fare un full length ma cambiamo il nostro sound così spesso che forse non funzionerebbe in quel formato.

Scott: Beh, la nostra registrazione del 2004 doveva essere un full length di nove canzoni, ma l'abbiamo diviso in due demo mentre cercavamo senza successo una label che lo pubblicasse. Ma dopo questo è difficile da dire. Era più il fatto che eravamo tutti a scuola e lavoravamo, e ci mettevamo troppo tempo per scrivere canzoni. Avremmo perso un membro prima di aver finito dieci canzoni! Questa è una cosa che non facciamo ora, ed è uno dei motivi per cui come suoniamo oggi è diverso da come lo facevamo prima. Siamo passati da un processo di scrittura collaborativo a uno in cui uno solo scrive le canzoni e a tutti vanno bene. Inoltre stiamo per finire il nostro "primo" full length, ma quasi non succedeva neanche questo perchè il mio computer è stato rubato!


Come componete i brani? Ci sono suddivisioni dei compiti nell'impostare musica e testi?

Scott: Penso di aver già parlato di questo. Tutti scriviamo musica e testi per le nostre canzoni per la maggior parte.

Jay: Sì, Scott e Marcus ovviamente si sono occupati della maggior parte del songwriting da quando io sono entrato ma tutti diamo il nostro contributo e loro mi hanno incoraggiato a mostrare loro anche le mie canzoni.


Di cosa parlate nelle vostre canzoni?

Jay: Questioni pubbliche, Star Trek, cospirazioni governative, spazio, tempo, realtà alternative, Frank Zappa, Khan, ecc.

Scott: Jay ha detto tutti i temi principali. Comunque, cerchiamo di essere certi che ci sia altro sotto, anche se fosse una canzone su un episodio di Star Trek. Vogliamo che le canzoni siano un buon lavoro di fantascienza: c'è l'idea principale fantastica in superficie per renderlo più appetibile, ma poi parla di noi e della nostra società di oggi, non del futuro. Non so quanto lo stiamo facendo bene, ma quello è l'obiettivo.

Marcus: Come hanno detto Jay e Scott, è la gamma che va dai commenti sulla società alla completa fantasia, ma il tema comune che scorre attraverso tutte le canzoni penso che sia il creare qualche connessione, spesso con allegorie, tra la roba fantascientifica e le cose di merda mondane e deprimenti che succedono nella nostra vita quotidiana e nel mondo intorno a noi.


Viviamo un'epoca di revival nel metal dal Thrash al Death, voi vi ponete con un genere che non ha bisogno d'incanalarsi in questa "moda". Qual è il vostro pensiero sulla scena metal odierna?

Cristian: In realtà sono più scene, c'è un modo diverso di operare in ogni genere Metal, dal più epico a quello più classico; sono ugualmente impressionato dalle scene Grindcore e Death Metal per quanto riguarda l'evoluzione e il dominio che hanno ora questi generi. Penso che ci sia una maggiore divisione tra quelli che esplorano andando indietro con i revival e quelli che vanno oltre i confini. Sono molto contento di vedere la rinascita di vecchi generi e le nuove fusioni che stanno nascendo. Penso che stiamo godendo la fusione di vecchi generi rinati.

Jay: Onestamente non seguo la scena Metal moderna abbastanza da poter dare una mia opinione sulla musica, ma da quello che ho visto delle band della nostra zona, ho notato che c'è molto talento. I ragazzi che vedo suonare Metal oggi mi fanno venire voglia di continuare a imparare nuove cose.

Scott: Non so cosa fare di questo revival, perchè sembra che ci sia da quando abbiamo creato la band e non abbiamo mai avuto beneficio da esso. Alcune ottime band che conosciamo hanno visto un po' di successo dal revival, ma in generale credo che sia una cosa specifica di un genere.

Marcus: La moda delle band revival è un'arma a doppio taglio, da una parte è bello sentire gruppi che fanno un buon lavoro ricreando il sound dei vecchi classici che tutti amiamo, dall'altra è doloroso sentire ragazzini che hanno scoperto questa musica appena la settimana scorsa distruggere questo genere o farlo diventare una sorta di scherzo. Come band che "non ha bisogno di seguire questa moda" è difficile a volte avere tanto riconoscimento quanto ne hanno avuto quelle che seguono una formula provata, ma penso che a questo punto abbiamo tutti accettato tutto questo come una sfida con quello che scegliamo di fare. So che alcune delle mie band preferite non hanno mai avuto molto successo durante la loro attività, ma se qualche ragazzino di quindici anni da ora scopre la nostra musica e prova la stessa cosa che ho provato io quando ho ascoltato per la prima volta quegli album che amo, ne varrebbe la pena.


Come è scaturita la passione per questa musica? C'è qualcosa che vi manca di quel periodo?

Scott: Penso che "Undisputed Attitude" degli Slayer e "Kings Of Punk" dei Poison Idea siano stati due grandi album che mi hanno condotto verso la musica pesante e lontano da musica Pop Punk molto presto. Ma a quel punto ancora non avevo una band con cui suonare quel tipo di musica, per cui non mi manca quel periodo. Quando i Death Amphetamine sono nati, all'inizio Cristian e Asaf ascoltavano Dream Theater, quindi siamo finiti a fare musica che non suona come i due album che ho citato. Guardando indietro non mi manca niente di quei compromessi che ho dovuto fare. Per quanto riguarda la nostalgia, mi mancano i primi tempi dei Death Amphetamine, quando c'erano molti ragazzini della zona di Amherst a guardarci nelle cantine, ma ora finalmente stiamo suonando il tipo di musica che ho sempre voluto fare per cui sono ancora più contento.

Jay: Sono cresciuto con AC/DC, Blue Oyster Cult, Black Sabbath, KISS, Queen, Pink Floyd, Iron Maiden, The Beatles, Ozzy, ecc. Credo che questo andò avanti fino a che non scoprii band come Slayer, Celtic Frost, Morbid Angel e Mercyful Fate e iniziai ad interessarmi di musica più pesante. Era tutto nuovo per me, credo che mi manchi l'eccitazione di ascoltare album incredibili per la prima volta ma ancora trovo questo piacere ogni tanto.

Marcus: La mia passione per la musica nacque quando ascoltai per la prima volta Slayer, Deicide, Morbid Angel e Darkthrone. Ho sempre amato la musica più casinista, oscura e potente, ma quelle quattro band mi hanno aperto i cancelli verso scene musicali di cui non avevo mai sentito parlare, ma di cui mi sono innamorato subito.


Che valore ha per voi la parola "underground"? Cosa lo identifica oggi?

Jay: La musica underground è musica su cui i cattivi mangia-bambini rettiliani non hanno ancora messo le mani e potrebbe continuare a prosperare.

Scott: Concordo con Jay, tranne per il fatto che io non penso ci siano molte cose che non siano ancora state commercializzate dalla cultura mainstream. È successo a molti aspetti del Metal, come il revival. Ma ci sono ancora tutte le piccole band che non sono a quel punto o i milioni di band che non hanno mai avuto una fottuta possibilità che fanno il Punk DIY o suonano in bar di merda per provare a portare il mondo da loro, e non il contrario. Quella roba è underground.


I vostri lavori sono disponibili in free download, è davvero questa l'unica risposta che si può dare al file-sharing senza controllo? E' la morte dell'acquisto?

Cristian: È la morte dei tipi con il sigaro e la coda di cavallo degli studi di registrazione, e la nascita della condivisione aperta e della pubblicazione senza pubblicità, se ti piace la nostra musica vieni ad un concerto, se non ti piace trova una band che trovi ottima, comunque non sei legato al tuo acquisto, poichè non c'è. Forse questo crea più brevità perchè non ci sono copie da portare con sè, ma permette di mostrare più facilmente agli amici ciò che ci piace.

Marcus: Stiamo ancora provando a dare il nostro materiale a label, ecc. per cui credo che far pagare la gente per ascoltare i nostri brani ci ucciderebbe. Una volta che saremo delle vere rockstar, credetemi, pagherete. Tutti pagherete. Seriamente, penso che la vendita al dettaglio delle release fisiche, almeno nell'underground, non andrà lontano. Se il mercato underground prosperasse, vedrei il pieno di operazioni delle label spuntare ovunque facendo cose fighe. La RIAA potrebbe disperatamente fare causa agli studenti dei college per pochi soldi, ma fanculo a quei ragazzi. Al contrario dei consumatori di musica popolare, la maggior parte dei veri fan del Metal ancora ama avere vinili, cassette e cd e i poster, inserti e profilattici contenuti in essi perchè sono elementi dell'esperienza complessiva che non puoi scaricare da Itunes.

Scott: Beh, attraverso http://deathamphetamine.bandcamp.com possiamo controllare noi stessi come la musica viene pubblicata e almeno la gente che la conosce viene direttamente da noi. Loro ottengono anche l'artwork, i testi e tutto ciò che avrebbero normalmente comprando l'album. Quando facciamo qualche copia fisica, è possibile ordinarle direttamente da noi da lì. Inoltre possiamo dare via i nostri vecchi album gratuitamente così la gente entra in contatto con la band senza pagare e noi possiamo capire quanta gente ci conosce. La vedo come una buona soluzione al problema del tempo. Probabilmente venderemo il nostro full length attraverso quel sito e ai nostri concerti. Se saremo fortunati una piccola label lo pubblicherà e sarebbe figo se venisse distrubuito in altre parti del mondo, o solamente ovunque fuori dal New England. Probabilmente non ci saranno grandi negozi di dischi che lo venderanno. In realtà abbiamo fatto cento cassette di "Post Apocalyptic" attraverso una piccola label chiamata Galambis records, ma sono tutte andate ormai. Non credo che possiamo fare di più al momento.

Jay: Io sono già contento se la gente ci ascolta.


Qual è il modo corretto con cui un ascoltatore dovrebbe porsi a contatto con la musica? Sono utili in tal senso le varie piattaforme social network o sono solo un primo step?

Scott: Non saprei rispondere. Solo il tempo ce lo dirà. Sicuramente tutti dovrebbero andare a più concerti.

Marcus: Non sono di certo qua a dire come bisogna ascoltare la musica. I social network come Myspace e Facebook sono utili per diffondere il tuo materiale e per trovare altre band fighe, ma come ho detto prima, se si ha interesse si approfondirà.


Che rapporto avete con chi segue la band (tramite internet e dal vivo)?

Scott: Beh, non ce ne sono molti che si sono fatti conoscere fuori dalla scena Metal di Boston. Siamo sempre felici di avere nuovi fan e cerchiamo sempre di dare a tutti loro quello che vogliono da noi.

Jay: Apprezziamo chiunque spenda tempo ad ascoltare la nostra musica.


L'esperienza live più esaltante? Ce n'è una che vorreste ripetere? E una che vorreste dimenticare?

Scott: Posso rispondere a entrambe le domande contemporaneamente! C'è stata quella volta in cui suonavamo nella cantina di una casa a Hadley, in inverno. C'erano così tanti acidi e funghi a quella festa che tutti entravano dentro per ripararsi dal freddo. Anche tutti noi della band avevamo preso funghi; stavamo andando fuori di testa! Riuscivamo a malapena a suonare le nostre canzoni, ma dato che anche gli altri erano andati, nessuno l'ha notato! È stata la più bella risposta del pubblico che abbiamo mai avuto! È stato figo, ma non vorrei mai ripeterla.


I progetti per il futuro dei Death Amphetamine sono?

Scott: Beh, per prima cosa (oltre a cercare di dare una possibilità ai nostri side project), abbiamo appena dato il nuovo full length dei Death Amphetamine da mixare e masterizzare. Si chiamerà "The Lost Album" per il fatto che il mio computer è stato rubato con tutte le canzoni e non si trovava per uno o due mesi. Sarà disponibile su http://deathamphetamine.bandcamp.com e magari ancora su cassetta per la Galambis records.

Jay: Sono dentro altre due band, Horn Of Valere e Sorcery, con cui spero di finire le nuove registrazioni per il prossimo anno.

Marcus: Io e Scott siamo in una band old school Death Metal chiamata Blessed Offal, stiamo registrando un EP di quattro canzoni che verrà pubblicato su No Visible Scars.


Grazie per la disponibilità ragazzi, a voi chiudere come meglio crediate.

Scott: I bisogni dei molti e i bisogni dei pochi, vivete a lungo e prendete il volo.

Marcus: Tra mille anni, Gandahar è stata distrutta, e tutta la sua gente massacrata. Mille anni fa, Gandahar verrà salvata, e sarà ciò che non potrà essere evitato.

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DEATH AMPHETAMINE - Post Apocalyptic Revisionist History


Informazioni
Gruppo: Death Amphetamine
Anno: 2009
Etichetta: Galambis Records
Contatti: www.myspace.com/deathamphetamine
Autore: Mourning

Tracklist
1. Severed Tongue
2. Temporal Abortion
3. Trial And Error
4. Pissed On
5. The Skinner Box

DURATA: 14:13

Irruenti e alquanto indiavolati, è così che si presentano i Death Amphetamine di "Post Apocalyptic Revisionist History". In soli quattordici minuti offrono una buona prestazione di death/grind a tinte thrash che non gira troppo intorno al da farsi puntando su ritmiche spaccaossa, accelerazioni e costruzioni fatte per far male anche nelle fasi più delineatamente preparatorie.
Ascoltando ad esempio "Temporal Abortion" si potrà avere una chiara e completa visione di come la band amalgami le tre correnti ottenendo un risultato discreto, ancor più che in una "Severed Tongue" ricca di foga grind e una "Trial And Error" dai toni più scuri e accentuatamente dedita all'additivo core.
Il trio iniziale è di quelli che fanno schiattare, immette una carica adrenalinica pazzesca, la seconda in tracklist possiede una vena slayeriana da spaccacollo, si percepisce che sanno dove e come andare a parare la botta i ragazzu.
Non che le rimanenti facciano rimpiangere la trascorsa mazzata iniziale, nei loro sei minuti totali di durata, non aggiungendo nulla alla formula già messa in mostra, bastonano a valanga.
Certo, la vena punkish che si scatena in "Pissed On" incasinata e folle spinge fottutamente ricalcando la violenta attitudine che nella conclusiva "The Skinner Box" si accentuerà divenendo ancora più incisiva, dove il perpetuarsi del growl/scream segna l'orecchio e la solistica fa la sua indiavolata comparsa, cosa vorrà farci intendere tutto ciò se non: vai di collo!
Un mini lavoro quello dei Death Amphetamine che non dispiacerà di sicuro a chi mastica il genere, ci sono tutti i presupposti per passare un quarto d'ora godereccio in compagnia di musica ben suonata e prodotta.

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STRIBOG - U Okovima Vjecnosti


Informazioni
Gruppo: Stribog
Anno: 2010
Etichetta: Murderous Productions
Contatti: www.myspace.com/stribogslava
Autore: Mourning

Tracklist
1. Ancestral Skies Of Gold
2. Morana
3. Rusalka
4. Follow The Silver Path
5. Pred Morem Olujnim
6. Remember With Pride
7. Okovi Vjecnosti

DURATA: 37:30

Vengono dalla Croazia e suonano un pagan/folk dai risvolti black, questa è la proposta che gli Stribog ormai da un quinquennio portano avanti.
Li avevo incrociati con la raccolta che comprendeva le tracce del demo "Za Vjeèan Ponos i Èast", il singolo "Nyia - Religija Krvi" e una bonus, il materiale che riassumeva il periodo 2006-2007 faceva già presagire dei buoni risultati futuri.
La conferma è arrivata con il titolo di "U Okovima Vjecnosti", la fortuna del disco in questione è l'equilibrio che la formazione è riuscita a calibrare fra melodie, passaggi folk, voci pulite, chitarre distorte e la variante di stampo black che si viene a intersecare nei brani.
N'è esempio sin da subito l'opener "Ancestral Skies Of Gold" che mette in mostra praticamente in toto il potenziale qualitativo ed espressivo che la band possiede, importante e di pregio è la presenza femminile, la voce di Ana dona un tocco angelico e armonioso alle composizioni facendole risaltare.
Nella successiva "Morana" vien fuori l'anima silvestre, la presenza del flauto e delle tastiere è prorompente e unita a un lavoro di batteria e basso pulsante, il brano è alquanto catchy pur mantenendo un approccio decisamente diretto in alcune delle sue sezioni.
Più si va avanti e un episodio dopo l'altro si nota come siano maturati e le migliorie apportate in fase di composizione, ora solida e arrangiata con una maggiore cura, siano sfruttate in modo da garantire alle tracce un'alta fruibilità e al contempo di non cadere nella costante e becera scontatezza, molti degli act che si propongono con tale stile sfruttando canoni base e puntando poi su melodie da baraccone circense purtroppo fanno questa fine.
Gli elementi usati saranno bene o male gli stessi ma ricombinati in modo da mantenere l'andare vivace e interessante tanto che andare sino in fondo al cd passando per canzoni come "Follow The Silver Path", "Rusalka" o la stessa titletrack, posta come ultimo anello della catena, non sarà per nulla complicato.
La prestazione complessiva degli strumentisti e dei due cantanti è innegabilmente buona, le voci si "contrastano" abilmente dando vita a una piacevole "diatriba" fra melodia e ringhio blackish, le atmosfere create dalle tastiere e il lavoro di base e d'ornamento del violino e del flauto ne fanno un'opera completa e assemblata con gusto.
Non posso quindi che consigliare "U Okovima Vjecnosti" agli appassionati del genere, una prova che date le sue caratteristiche rientrerà nei loro favori lasciando (mi auguro) una più che gradita impressione.

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SWANUSURPATION - Sub Specie Cygnus

Informazioni
Gruppo: Swanusurpation
Anno: 2010
Etichetta: Autoprodotto
Contatti: www.myspace.com/swanusurpation
Autore: Mourning

Tracklist
1. Ein Ambivalenter Ort
2. Cluster-Kopfschmerzen
3. Quorks
4. Quintessenzen
5. Desert Sitting
6. Freude schoener...
7. Hasst Kinder, Schlagt Klone
8. Monstermelange
9. Standh
10. Winterphoenix
11. F# Infinity

DURATA: 55:20

Di cosa ha bisogno un ascoltatore per arrivare a pensare che in un disco risieda dell'arte vera e propria?
Rimanere a bocca aperta, andare oltre con la mente o il non riuscire a toglierlo dallo stereo per giorni sono segnali che possono far intuire che tale presenza aleggi nelle canzoni che si stanno ascoltando.
E' una proposta esigente e a tratti schizoide quella degli Swanusurpation, un calderone che di ortodosso ha davvero ben poco, è talmente istintivo e andante nel suo svilupparsi che l'alternarsi di generi come il dub e il trip hop incasellato in atmosfere Opeth e divagazioni Cynic dopo aver udito un passaggio di matrice grind vi lascerà dapprima tentennanti, per poi intrigarvi e farvelo rimandare indietro per un'esamina maggiormente approfondita.
Le tracce sembrano essere pezzi di un puzzle shakerati, il trio si diverte a miscelare il tutto e il contrario di tutto, allora giù con gli ultimi Ulver e i Venetian Snares, con le tastiere che parrebbero uscite da un album degli Hocico e ridondanze in serie che fra drone e post metal estraggono dal cilindro nomi a sorte quali Earth e Isis.
Non c'è pausa, si ferma un campionamento e si scatena l'emotività rock dei Mogwai e dei Mono, è un viaggio che non ha tappa precisa, non c'è uno schema da seguire, è composizione che si decompone per ristrutturarsi in maniera costantemente diversificata.
Non è confusione, non è chaos ciò che "Sub Specie Cygnus" contiene al suo interno, è una risultante entropica di un miscuglio ad alto potenziale che è capace di tirar fuori pure rimandi ai Colour Haze e alla scuola stoner/doom ritualistica con quell'organo che sembra puntare un dito verso il cielo come a indicare una meta non perfettamente inquadrata, un punto come un altro dove la vita può avere un corso che sia cangiante e personale.
Non è un disco diretto, non c'è uniformità, l'assemblaggio non tiene conto di sequenze e conseguenze di un processo strutturato in maniera ordinata, c'è una piena libertà che decide di espandere o ritrarre il proprio pensiero esternandolo con dei suoni precisi, non limitatevi quindi a un veloce passaggio sul player di dubbia qualità di Myspace, bensì approfondite il più possibile il contatto uditivo con quest'opera.
Se le frontiere avanguardistiche e la sperimentazione non vi spaventano possedete già due buoni motivi per dare una chance a questo disco, se c'aggiungete un pizzico di follia e una giocosa visione dell'arte avrete il quadro perfetto per far sì che gli Swanusurpation e "Sub Species Cygnus" facciano proprio per voi.

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EXHUMAN - Fear Of Oneself


Informazioni
Gruppo: Exhuman
Anno: 2010
Etichetta: Autoprodotto
Contatti: www.myspace.com/exhuman
Autore: Mourning

Tracklist
1. Pierce The Ground
2. Before Burial
3. Brain Prison
4. The Night Fall Down
5. War-Warm-Worms
6. Balance Out
7. Absence Of Sense

DURATA: 31:20

Formatisi come Undead nel 1998, quello che adesso rappresentano i messinesi Exhuman è la voglia siciliana di farsi ancora notare in una scena death che negli ultimi anni soprattutto nella zona orientale dell'isola è andata pian piano perdendo pezzi.
Vari sono i motivi: instabilità delle line-up, la passione altalenante da parte di elementi forse più legati alla moda che al metal in maniera sincera e le tante delusioni ricevute grazie alla desertificazione del settore live, fattori che di sicuro non hanno mai dato una mano a chi si fa il culo per questa musica.
Avete presente l'ultima sparata dei rappresentanti ecclesiastici contro il Sikelian? Penso ne abbiate conoscenza, ecco quella è solo la cosiddetta ciliegina sulla torta.
Per fortuna gli è andata a male e spero se la siano mangiata sino all'ultima fetta certi ipocriti.
Sono quindi lieto di avere fra le mani "Fear Of Oneself", nuovo album di questa band che dopo aver partorito lavori interessanti come "Partition Of Disorder" e "Sentence Delivered" è tornata adesso alla carica.
Non c'è stato muro sinora che li abbia arrestati, nonostante la perdita per strada di pezzi importanti di quella che è la loro storia come il chitarrista Mordor a cui è subentrato Painkiller e grazie adesso all'ingresso di Buzz a ricoprire il ruolo di bassista cantante (chi è dell'isola o segue la scena del sud lo ricorda come presenza fissa in act quali Traumagain e Memories Of Lost Soul) che fu di Holy, sembrano aver trovato una stabilità.
Purtroppo dopo le registrazioni del disco anche l'altro chitarrista Anthos Cruoris (già sostituto dell'uscente Phobos) abbandona per motivi personali e subentra Pestilence, mi auguro proprio adesso non ci siano più cambiamenti e possano andare avanti in santa pace.
Da chi è dentro il movimento death da un po' quello che ci s'attende in primis è una conferma e questa si può tranquillamente dire sia arrivata, infatti i trenta e poco più minuti che rappresentano la durata dell'album fanno intendere che i ragazzi non hanno né allentato la presa, né tanto meno sono scesi al compromesso di produrre roba che si possa etichettare come "commerciale".
Mantengono la propria natura devota a un death/thrash metal in cui il guizzo tecnico e la vena melodica si sono sempre riversate come caratteristiche ad impreziosirne il valore.
I Death di Schuldiner e un po' di Svezia in sé ma condita con una dose massiccia di groove ad appesantirne l'incedere, le canzoni possiedono un bell' impatto e una serie di riff con ridondanze che ti entrano in testa, penso a esempio alla conclusiva "Absence Of Sense".
Gli Exhuman hanno il pregio di non forzare i tempi di una proposta che, basata su andature medio-veloci, sfrutta al meglio le qualità del riffing quando è serrato e da possibilità alla solistica di potersi esprimere con assoluta libertà.
L'incalzante opener "Pierce The Ground", nella fasi più concitate pare prendere spunto dai Dark Tranquillity ma con un sound molto più scuro e denso al cospetto della versione progressiva e ormai sbiadita di Stanne e soci, tendendo nelle parti più allentate e scappoccianti a ricordare il periodo iniziale degli anni Novanta.
La tecnica si è affinata con la maturità acquisita, dando vita a tracce come "Brain Prison" e "The Night Fall Down" che oltre una netta incisività si fanno notare anche per un'esecuzione accurata che le esalta nei passaggi più puliti e dilatati.
Bello l'assalto che si rivela a titolo "War-Warm-Worms" ricco di giri spaccacollo, una breve pausa in cui il basso si presenta all'orecchio come solista che non guasta mai e fasi dirette prive di fronzoli che la candidano a episodio migliore del disco per il sottoscritto.
Con una prova complessiva più che discreta, e Buzz che con la sua voce si pone bene sui pezzi anche se in alcuni tratti una vocalità meno growl e più scream avrebbe giovato nel dare una dinamica maggiore da quel punto di vista, supportato da una produzione rozza al punto giusto per identificare la sana attitudine che il combo porta avanti, "Fear Of Oneself" è un disco genuino, privo d'ipercostruzioni che regala la sua buona mezz'ora di death metal dedicandola agli amanti del genere.
Auguro vivamente agli Exhuman che qualcuno stavolta apra gli occhi e si muova dando loro possibilità d'avere il supporto di una label che garantisca quanto meno qualche data live fuori dal nostro stretto di Messina e una visibilità alla musica che valichi i ristretti confini italici.
In attesa di ciò tocca a noi ascoltatori alla vecchia maniera (passaparola e tanti on air) supportare una band che lo merita. Rispetto.

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