lunedì 21 giugno 2010

KAOS - The Pits Of Existence


Informazioni
Gruppo: Kaos
Anno: 2010
Etichetta: Autoprodotto
Autore: Mourning

Tracklist
1. Enter Insanity
2. Bleed Some More
3. Pits Of Existence
4. Let God Sort Them Out
5. Blood Sacrifice
6. Out Of Time
7. Sludge
8. Screaming In The Mirror
9. Tear Us Apart
10. Soul To Give
11. Exit Reality

DURATA: 47:40

Di act che portano questo nome ce ne sono parecchi, che possano però vantare la carriera e l'ostinata voglia di suonare di questi californiani assolutamente no.
I Kaos, thrasher di Hayward, sono infatti attivi da più di un ventennio ormai, in questo lasso di tempo hanno avuto la possibilità di creare una discografia che quest'anno vanta la sua terza uscita full oltre a svariati demo dei quali i più importanti sono sicuramente quelli che han dato inizio alla loro storia: "Forever Oblivion", "New Creation" e "Vivisection".
Gli ultimi due diedero la possibilità alla formazione di condividere il palco con molti dei grandi del periodo anche se per attendere un'opera che avesse una durata consistente toccò aspettare sino al nuovo millennio con l'uscita di "Vision Beyond".
Il 2010 segna il loro ritorno a sette anni di distanza dal secondo "Kaos Among Us" e sembra proprio che di mollare la presa o arrendersi alle nuove leve non ne vogliano sapere.
Il sound è un classico Bay Area style con una spruzzatina di vena core (e per core intendo gli S.O.D di Billy Milano), dopo l'introduttiva "Enter Insanity", avviso chiaro che l'attacco sta per prendere forma, è con "Bleed Some More" che i giochi hanno il reale inizio.
Il brano è di quelli che colpiscono in pieno l'obbiettivo furiosamente, un assalto frontale con un riffing serrato e un cantato/sfogo massiccio come un pugno in pieno volto.
Una delle cose che si notano sin da subito è come il sound sia da badilata, di quelli che ti fanno amare questo genere, pulitino sì ma evitando quelle iper produzioni che bloccano l'esplosività di un genere istintivo come il thrash.
La tracklist non ha attimi vuoti o canzoni bypassabili, ci si trova così a confrontarsi con un trittico, "Pits Of Existence", "Let God Sort The Out", "Blood Sacrifice", da headbanging continuato.
Se la titletrack ha dalla sua una natura varia e prestante che invita al pogo, per la quarta in scaletta quello che fa gioco è un chorus catchy da urlare mentre si ruota il collo: "Kill Em All, Let God Sort Them Out".
Con "Out Of Time" veniamo a contatto con il secondo highlight del disco, una cavalcata impazzita che fa da contraltare alla composta e monolitica traccia che l'antecedeva.
I Kaos si esprimono al meglio con il piede sull'acceleratore, se vanno a manetta ancora meglio ma non rinunciano a soluzioni diverse tanto da allentare e diluire i tempi con una "Sludge" che si può tranquillamente definire il "lento" di "The Pits Of Existence", fondando il suo incedere su di un riffato possente e una carica concentrata e qui "Spill The Blood" è quasi naturale chiamarla in causa.
Sulla falsariga delle due speed songs "Screaming In The Mirror" si lancia trovando in "Soul To Give" degna compagna prima che con "Exit Reality" il platter si concluda in maniera piacevole.
La band al completo si dimostra preparata e matura, gli anni di vissuto nella scena hanno il proprio peso in una release del genere, il riffing di Stacey Murray è solido, sempre in tiro, così come il lavoro svolto dietro le pelli da Burton P. Ortega che a quanto letto ultimamente sembra sia passato nelle fila dei Defiance insieme a Kevin Albert, auguro loro di dare una mano alla band di Oakland per far meglio dell'ultimo moscissimo "The Prophecy".
La parte del leone viene interpretata dal singer Jason Darnell realmente indomito, non si da respiro, lasciando il segno e incidendo positivamente per tutto il corso di "The Pits Of Existence".
Tirando le somme, abbiamo un album che ha due o tre episodi d'altissimo livello e altrettante buone canzoni più una rimanente manciata che si attesta su un valore sufficiente, posso quindi affermare che il platter sarà gradito dagli appassionati del genere che troveranno in esso genuinità e una giusta dose di mazzate, il che non dispiace mai: Thrash Or Die!

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